
GALLARATE – Ha venduto merce contraffatta e poi ha perdere le sue tracce. Al termine di una articolata indagine la polizia locale di Gallarate ha denunciato un uomo ritenuto responsabile di aver commesso una truffa nei confronti di un padre e del figlio, residenti a Gallarate, entrambi soggetti fragili.
L’avvicinamento
La coppia di sventurati, rispettivamente di settantacinque e quarant’anni, avuta consapevolezza del raggiro, si è rivolta al Comando di Via Ferraris per raccontare quanto accaduto; i fatti, risalenti alla scorsa primavera, si sono verificati nella zona di via Marsala, dove i due stavano passeggiando. Lì sono stati avvicinati da un uomo che si trovava a bordo di un fuoristrada; il conducente, un quarantacinquenne di origine campana, dopo aver parcheggiato l’auto, con l’obiettivo di stabilire un contatto, si è rivolto al genitore facendo credere che suo papà era stato un collega di lavoro nell’azienda in cui l’anziano aveva effettivamente lavorato per molti anni.
La merce taroccata
Conquistata la fiducia, il truffatore ha convinto le due vittime ad invitarlo nella loro abitazione; una volta all’interno dell’appartamento, ha proposto in omaggio capi di abbigliamento griffati “Armani” e confezioni di prodotti cosmetici del marchio “Jean Paul Gaultier”. In cambio di tre giubbotti e quattro flaconi di profumo, l’autore della truffa ha chiesto una sorta di rimborso dell’’IVA di 500 euro, a fronte di un valore millantato della merce di 5mila euro.
Non avendo contanti in casa, il figlio, convinto di poter concludere un buon affare, si è fatto accompagnare in auto dall’autore del raggiro alle Poste di piazza Zaro, per effettuare il prelievo e chiudere l’accordo. Il truffatore, ricevuti i contanti, ha consegnato gli articoli “taroccati” e si è allontanato rapidamente facendo perdere le proprie tracce.
Le indagini
Il giorno successivo alla compravendita il figlio, operando delle verifiche su internet, si è accorto di essere rimasto vittima di una truffa, avendo riscontrato il modesto valore economico della merce acquistata e pertanto ha deciso di sporgere denuncia. Avviate immediatamente le indagini gli agenti del RUS sono riusciti, acquisendo i filmati delle telecamere presenti nei luoghi dove i fatti si erano verificati, a raccogliere importanti riscontri. In alcuni frame recuperati dagli impianti di videosorveglianza, oltre alla targa del veicolo, le immagini immortalano il momento in cui la vittima dopo essere scesa dal Suv del truffatore, si reca allo sportello bancomat per prelevare i soldi. Interrogata la banca dati gli inquirenti hanno accertato che il mezzo utilizzato era intestato ad una società di noleggio auto, riuscendo così a risalire al nominativo di colui che aveva noleggiato il veicolo nei giorni in cui si era consumato il raggiro. Visionati gli album fotografici le vittime hanno riconosciuto con certezza il responsabile del reato (soggetto già noto alle forze dell’ordine), denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, poiché ritenuto responsabile di truffa aggravata dalla minorata condizione della vittima. Al termine degli accertamenti da parte dell’Autorità Giudiziaria l’indagato ha ammesso le proprie colpe ed ha accettato di aderire alla procedura di conciliazione, rendendosi disponibile a restituire ai due malcapitati la somma ottenuta fraudolentemente.