Torre Colombo a Sesto: primo ok. Opposizioni attaccano su parcheggi e oneri

sesto torre colombo rendering

SESTO CALENDE – Primo ok in consiglio comunale a Sesto Calende per la riqualificazione dell’ex complesso Q8. Ieri, 14 settembre, in aula è stato adottato il piano in variante al Pgt per la realizzazione del palazzo da 9 piani – più un attico arretrato – da parte dell’azienda di famiglia del capogruppo di maggioranza Marco Colombo (Lega). Un tema ampiamente discusso in città, che più volte ha visto l’opposizione contestare alcuni aspetti del progetto. In particolare, quelli legati all’altezza dell’edificio, ai 77 parcheggi interrati che diventeranno esclusivamente privati e agli oneri.

La rinascita dell’area ex Q8

La premessa, nonostante le diverse visioni del progetto, unisce tutti. Ovvero la necessità di rilanciare un’area per troppo tempo abbandonata. Vale per la maggioranza, come per le opposizioni. Si tratta di un ampio complesso che anche il sindaco Giovanni Buzzi ha definito «di degrado, una vicenda malcondotta fin dall’inizio». Il primo cittadino ha infatti ripercorso tutti i passaggi della vicenda che hanno portato a sperare che un giorno un’impresa intervenisse per la recuperare la zona. Oggi, il piano in variante adottato prevede un palazzo di 33 metri formato da nove piani fuori terra, più un attico arretrato sui quattro lati. Una struttura più bassa rispetto all’idea iniziale, che prevedeva un edificio di 40 metri per 12 piani. Di fatto, una soluzione che la maggioranza sestese ritiene sostenibile. E che si inserisce in «una condizione urbanizzata ormai molto consolidata, realizzata intorno alla fine anni Sessanta», ha specificato Buzzi. Ecco perché la Torre Colombo è considerato «un esempio di effettiva rigenerazione urbana, secondo i migliori criteri dell’urbanistica contemporanea».

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Conflitto di interessi

I dubbi delle opposizioni però restano. A partire dalla «mancanza di un vero negoziato da parte della giunta per sostenere i bisogni della città», oltre a sottolineare «un autentico conflitto di interessi» in riferimento al coinvolgimento del capogruppo Colombo – ieri è assente – nel progetto. Così Roberto Caielli (Insieme per Sesto): «Qualunque cosa è meglio dell’ecomostro. Ma siamo meno d’accordo se diventa un ricatto: lasciare l’area in quello stato se non si cede alle pretese, anche non giustificate, dell’interesse privato». Nel senso che «una grande impresa ottiene le condizioni che desidera, mentre il cittadino che ristruttura casa non può farsi le sue regole». Stessi quesiti che posti da Giancarlo Rossi: «Come si fa a trattare e a difendere con la fermezza necessaria l’interesse della città, avendo come interlocutore il capogruppo, ex sindaco ed ex consigliere regionale? Non accuso la persona e non discuto che debba curare il proprio interesse. Ma chiedo se sia opportuno».

Paesaggio e parcheggi

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Tra le priorità delle opposizioni, la questione ambientale e quella più pratica legata ai parcheggi. «Ci domandiamo se non avremmo potuto avere di più da questo progetto: più spazi pubblici e tributi maggiori per altre opere per la comunità», le parole di Simone Danzo (Sesto2030). «Invece otteniamo un nuovo palazzone in centro, che segnerà per sempre la città. Il mio giudizio è negativo perché non si fa il bene comune». Quindi Giorgio Circosta: «Costruire un palazzo così, in deroga alle norme e con criteri del tutto avulsi dal contesto significa cancellare cinquant’anni di storia e ignorare la conquista culturale e normativa che anche il paesaggio è un bene pubblico da tutelare e preservare». E sui parcheggi: «Li perdiamo in centro per scelta politica, non per scelta della città, che poteva essere interpellata visto che si conferma la necessità di posti auto pubblici».

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