Gallarate dice no al nuovo ospedale unico se avrà meno posti letto di oggi

Gallarate nuovo ospedale unico

GALLARATE – La città di Gallarate unita, dal centrosinistra fino a Fratelli d’Italia, non vuole la creazione del nuovo ospedale unico Gallarate-Busto Arsizio se avrà meno posti letto degli esistenti ospedali di Gallarate e Busto Arsizio. L’accordo è stato raggiunto questa notte, 27 maggio, poco dopo le 2 con il voto all’unanimità in consiglio comunale.

La mozione

Un emendamento presentato dal centrodestra ha consentito a tutte le forze politiche di trovare un accordo sulla mozione presentata da Pd, Città è Vita, Gallarate 9.9 e Gruppo Misto con cui si chiede ufficialmente al sindaco di Gallarate Andrea Cassani di «non  aderire a un accordo di programma che preveda la creazione dell’ospedale unico Gallarate-Busto Arsizio con meno posti letto degli esistenti ospedali di Gallarate e Busto Arsizio e non coadiuvato da adeguati presidi di sanità territoriale nel Comune di Gallarate». A questo è stato aggiunto l’invito al sindaco di farsi promotore al ministero della Salute affinché, «anche a seguito della pandemia, venga rivista e aggiornata la normativa di definizione dei Lea (livelli essenziali di assistenza) necessari per determinare fabbisogni, servizi e prestazioni sanitarie alla base dell’assistenza ospedaliera, assicurata dalle Regioni, nonché il rapporto popolazione/posti letto, rapportandolo all’appropiatezza epidemiologica, superando il concetto di soglia numerica». Questo perché, nonostante il progetto dell’ospedale nuovo preveda una riduzione di circa il 25% dei posti letto (che passerebbero dagli attuali 952 a 725), la Lombardia con un indice di 3,26 posti letto ogni mille abitanti rimarrebbe comunque al di sopra dei parametri governativi pari a 3. E’a Roma, e non solo a Milano dunque, che si devono battere i pugni.

Il dibattito

«L’Emergenza Covid ha dimostrato che la sanità lombarda è in difficoltà a causa di politiche perpetrate negli anni che hanno abbattuto i posti letto e trascurato la medicina di territorio», ha detto per il Pd Margherita Silvestrini (nella foto in basso). «Le nostre Ats non riescono a intercettare i contagi e a circoscriverli. Il Veneto ha retto meglio. Per questo l’ospedale unico va rimesso in discussione: l’esperienza acquisita cambia prospettiva». Anticipando il voto favorevole il sindaco ha confermato l’apertura della maggioranza sulla mozione («Non ci trova in disaccordo, non possiamo fare finta che non sia successo nulla»), ribadita da Giuseppe De Bernardi Martignoni di FdI («La pandemia ha spiazzato l’Italia e il mondo, parametri e progetti che prima del Covid erano validi oggi sono superati») e poi da Calogero Ceraldi di Forza Italia: «Il progetto del nuovo ospedale d’eccellenza non va assolutamente frenato ma , attraverso un’azione che veda gli enti locali della zona con Gallarate in primis attori consapevoli e protagonisti, riportato alla sua originale e significativa valenza. E cioè non tanto o non solo un intervento infrastrutturale quanto il centro propulsivo e attrattivo di una ridefinizione complessiva dell’offerta sociosanitaria del territorio che offra, insieme con un hospital center con le più moderne tecnologie (assolutamente incompatibile secondo le moderne modalità con la semplice riqualificazione dell’esistente) anche la ridefinizione di tutti i presidi di medicina territoriale pre e post ospedalieri».

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L’unanimità

Il voto unanime è stato giudicato da Giovanni Pignataro (Pd) «Un risultato politico importante per la città di Gallarate che tutti dobbiamo rivendicare con orgoglio». Si tratta di un verdetto per nulla scontato se si considera che nelle 6 ore precedenti il dibattito era stato viziato invece da pesanti accuse e discussioni sopra le righe che non hanno portato alla condivisione di “A tutto gas”, il Piano da 3,7 milioni di euro per il rilancio di Gallarate dopo il lockdown.

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