In piazza per salvare l’ospedale, ma a Gallarate è battaglia politica

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GALLARATE – Il giorno dopo la manifestazione, quella che ha riunito oltre duemila persone a Gallarate per salvare l’ospedale Sant’Antonio Abate, parla la politica. Le reazioni dei presenti, le reazioni degli assenti. Il centrosinistra applaude al successo di «un corteo così trasversale, che racconta l’esigenza di un servizio sanitario decente», dice Giovanni Pignataro (Pd). Il centrodestra chiede di «non strumentalizzare l’evento, stiamo lavorando per avere risposte concrete», ribatte Giuseppe De Bernardi Martignoni (FdI). Mentre il sindaco Andrea Cassani (Lega) garantisce che «sto ascoltando i professionisti, chiedendo anche il loro parere e lo scenario migliore per garantire la sicurezza dei cittadini».

Cassani, i professionisti e l’emorragia al privato

Il primo cittadino gallaratese conferma l’impegno a «garantire il servizio ai cittadini». Un esempio: «Sto portando avanti questioni legate al nuovo ospedale, per velocizzare l’iter». Di più: «Sto incontrando i professionisti che lavorano nel nosocomio, per capire cos’è più opportuno fare per la situazione attuale a Gallarate e a Busto». Infatti, aggiunge, «mi sembra di capire che i professionisti non ritengano alcune soluzioni valide da un punto di vista sanitario e nell’interesse collettivo». Al di là di «ascoltare la pancia dei cittadini, che è giusto, bisogna sentire chi quotidianamente presta servizio nelle strutture». Innegabile che ci sia un problema legato alla carenza dei medici: «Da anni vediamo che vanno altrove. La volontà di intervenire c’è, ma se si spostano è difficile poter garantire quello che i cittadini giustamente chiedono. Che è ciò che anche la cosa pubblica vuole assicurare». Battaglie che un sindaco «non può fare: si tratta di bloccare l’emorragia dal settore pubblico al privato».

Pignataro: «Chiediamo verità»

Dal centrosinistra cittadino, il consigliere Pignataro: «FdI dice che la manifestazione è stata organizzata da noi, la Lega dice che strumentalizziamo: è la città che si è mossa. E chi non c’era non ha voluto ascoltarla, ha tenuto la testa sotto terra». Vedere le persone fuori da casa, in piazza, «è straordinario di questi tempi. Ora la politica deve farsi interprete». Pignataro parla di «prospettiva». Nel senso che «la giunta e l’amministrazione hanno l’onere di portare la voce dei cittadini ai livelli superiori: servono interventi immediati, perché la questione non è solo gallaratese, ma di tutto il sistema sanitario del Basso Varesotto. Se cade il nostro ospedale, cade anche Busto. Perché non può reggere tutto il nostro bacino di utenza (circa 200mila persone)». Da qui, l’appello a «tutti i sindaci del territorio: si faccia fronte comune. Chiediamo parole di verità sul futuro dell’ospedale unico».

FdI: «Il centrosinistra strumentalizza»

Assente Fratelli d’Italia. Ma il consigliere regionale De Bernardi Martignoni vuole fare chiarezza: «Per evitare strumentalizzazioni, noi non abbiamo dato vincoli», dice il gallaratese. «Chi voleva, poteva tranquillamente andare perché non si tratta di un discorso di bandiera». Ma la stoccata è rivolta al centrosinistra: «Sono loro a strumentalizzare: facile cavalcare situazioni come l’ospedale. Ma quali sono le proposte concrete messe sul tavolo? Il problema a reperire il personale l’hanno capito tutti ormai, è endemico. Ora serve definire, in tempi relativamente brevi, il famoso accordo di programma per l’ospedale unico. Noi stiamo dialogando con Regione. E il sindaco Cassani ha già dimostrato di avere a cuore il nosocomio di Gallarate». Sulla manifestazione: «Oggi è come ieri, servono risposte concrete».

Presente Ferrazzi

Presente invece il consigliere regionale Luca Ferrazzi (Lista Moratti): «Non ho voluto mancare», spiega. «Un momento significativo che deve far riflettere non solo sull’attaccamento dei cittadini nei confronti dell’ospedale, ma anche per far emergere la necessità di rilanciarlo». Vale non solo per Gallarate, ma anche per Busto: «Prioritario mantenere dei servizi adeguati per un bacino d’utenza così ampio, da qui ai prossimi anni in attesa del nuovo ospedale unico». E aggiunge: «Tutti comprendano che non sono condizioni campanilistiche, ma che le nostre strutture a sud della provincia sono connesse: è evidente che se mancano servizi a Gallarate, si sovraccarica Busto. Che è già in sofferenza e non possiamo permettercelo».

Le priorità di Forza Italia

Dal fronte di Forza Italia, il coordinatore cittadino Nicola Mucci: «La priorità è il mantenimento in funzione dell’ospedale. E ai buoni livelli qualitativi che sono sempre stati erogati. Ci impegneremo perché il processo di costruzione del nuovo ospedale proceda rapido». In merito alla fiaccolata, sottolinea: «Condividiamo ogni momento che sia di sostegno alla struttura. Crediamo che ogni manifestazione non strumentalizzata possa servire alla comunità per mandare un messaggio chiaro sugli obiettivi».

Comunisti alla carica

Anche il partito comunista (nella foto l’esponente cittadino Osvaldo Bossi) torna alla carica: «Noi siamo da sempre contrari all’ospedale unico, che ha come obiettivo l’abbandono dei due nosocomi. Fino a farli regredire al punto da poter affermare che c’è la necessità di puntare sul nuovo ospedale per rimettere in sesto la sanità del territorio e farla funzionare». E oggi «un poco tardivamente ci si accorge del degrado e delle disfunzioni in cui si trovano i due ospedali». La manifestazione di ieri «ha risvegliato i dormienti, ma occorre sapere che chi ha le redini per poter modificare le sorti dei due ospedali è in Regione Lombardia e non ha nessuna intenzione di modificare i propri piani». E ancora: «Le condizioni attuali, che sono andate come previsto peggiorando nei punti critici, hanno portato le strutture all’affanno e i lavoratori a svolgere un surplus orario che non solo è illegale, ma anche dannoso per il sistema sanitario».

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