No a #IoApro, «ma non restiamo in silenzio». Ristoratori in piazza a Gallarate

coronavirus negozi chiusi cassano

GALLARATE – Oggi, venerdì 15 gennaio, resteranno chiusi. «Ma di certo non rimaniamo in silenzio». In queste ore il dibattito tra ristoratori e baristi che aderiranno o no alla manifestazione nazionale #IoApro è il tema “caldo” per eccellenza. A Gallarate in molti hanno scelto di non partecipare e di osservare le norme: «Lo facciamo per rispetto dei nostri clienti, non possiamo permettere che rischino a loro volta una multa. Ma di certo non restiamo zitti: tra un paio di mesi al massimo, continuando così, saremo tutti chiusi per sempre», spiega Bruno Zonfrillo, titolare del ristorante La Goletta di Gallarate e già tra i promotori della manifestazione di piazza dei commercianti gallaratesi lo scorso 5 novembre.

Stiamo morendo di fame

«La situazione è identica per tutti – racconta – Ci sono giorni in cui incassiamo tra i 18 e i 20 euro. Ci dicano chiaramente che vogliono eliminarci come categoria così ci adeguiamo. Siamo passati da fiore all’occhiello ad untori. Ma siamo impazziti? Noi non siamo untori. Abbiamo speso, e ancora spendiamo, per adeguarci alle normative e poi non ci fanno aprire?». L’ultima costosissima beffa è stata quella relativa all’annunciata riapertura natalizia poi naufragata «Pochi giorni prima che potessimo accogliere i nostri clienti – spiega Zonfrillo – Avevamo le agende piene di prenotazioni. Abbiamo richiamato il personale, sanificato, acquistato le derrate necessarie. Poche ore prima della, seppur limitata, sospirata riapertura ci hanno detto che si era scherzato. Forse queste persone non immagino quanto ci sia costato questo scherzo».

Domani tutti in piazza Libertà

Zonfrillo annuncia «Una manifestazione di piazza dei ristoratori e baristi gallaratesi per le 19 di domani (sabato 16 gennaio). Come ho detto rispettiamo le regole ma la nostra voce si farà sentire comunque. Appuntamento in piazza Libertà: ciascuno di noi porterà un tavolino e una sedia e resterà seduto in rappresentanza della propria attività a rischio chiusura. Non ci saranno assembramenti, ma vogliamo essere ascoltati. Abbiamo il sostegno anche dell’amministrazione comunale». Quello dei ristoratori è un grido disperato: «Siamo alla fame – conclude Zonfrillo – La ristorazione dà lavoro a migliaia di persone e ci stanno uccidendo. Che ci sospendano almeno le bollette e le tasse, altrimenti non ce la faremo. E alle associazioni di categoria diciamo: ci avete lasciati completamente soli. Capiamo il prendere le distanze da una manifestazione fuori legge, ma sostenere una protesta regolare, starci accanto in un momento tanto drammatico sarebbe doveroso. Invece siamo soli».

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