Sacrestano aggredito a Gallarate si valuta l’aggravante dell’odio razziale

Deodatus Nduwimana

GALLARATE – Sacrestano aggredito arriva la denuncia: l’autorità giudiziaria pronta a contestare anche l’aggravante dell’odio razziale. Deodatus Nduwimana questa mattina ha depositato la querela negli uffici del commissariato di polizia di Gallarate. L’uomo, cittadino italiano originario del Burundi, da 20 anni sacrestano nella parrocchia di Santa Maria Assunta e stimatissimo in città, ha riferito con dovizia di particolari quanto accaduto sul sagrato della basilica gallaratese poco prima delle 15 di sabato 17 agosto. Compresi gli epiteti che il quarantenne gallaratese che l’ha picchiato e strattonato buttandolo a terra gli ha rivolto durante l’aggressione: «Negro di m…. torna al tuo Paese» è tra quelli più riferibili.

L’aggressore non appartiene a ambienti di estrema destra

La vittima ha anche precisato che quella non era la prima volta. Da tempo il quarantenne, noto alle forze di polizia, con precedenti per droga e rapina e volto conosciuto anche al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate in seguito a violente incursioni, pare avesse preso di mira il sacrestano. Rivolgendosi a lui sempre con frasi dal connotato palesemente razzista, anche se, l‘uomo non ha mai frequentato ambienti di estrema desta o abbracciato ideologie xenofobe. Insomma quelle frasi, quell’aggressione alle spalle, vigliacca e brutale, è tutta farina del suo sacco. Tuttavia è ovvio che, pur senza la militanza in un gruppo xenofobo organizzato, gli epiteti razzisti rivolti a Nduwimana in modo reiterato seguiti poi dall’aggressione, vanno a connotare la specifica aggravante al reato principale che è quello di lesioni.

A Deodatus l’affetto di Gallarate e dell’arcidiocesi Ambrosiana

Deodatus, nel frattempo, ha incassato l’affetto incondizionato di tutta Gallarate e non solo. Nelle scorse ore è arrivata anche la solidarietà della pastorale dei migranti dell’arcidiocesi Ambrosiana, di cui Gallarate fa parte. «Coraggio Deodatus, nonostante le apparenze attuali, la cattiveria, la violenza, l’ignoranza e la stupidità non prevarranno» ha scritto su Facebook il responsabile dell’ufficio don Alberti Vitali, che ha espresso la «solidarietà della Pastorale diocesana dei Migranti della diocesi di Milano». Lo «abbiamo incontrato in occasione della Festa delle genti nella scorsa Pentecoste – ha ricordato -. Abbiamo ascoltato la sua interessante testimonianza e ci ha aiutato nella realizzazione di questo importante evento diocesano».

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