Incidente mortale a Gavirate, braccio di ferro sulla cocaina. Parla la difesa

GAVIRATE – «Abbiamo lavorato insieme tre anni. Non l’ho mai visto assumere droga. Tanto meno cocaina». Il difensore del giovane a processo per aver investito e ucciso a Groppello un ciclista di 66 anni residente Uboldo, ieri, giovedì 30 marzo, ha segnato ancora un punto importante.

Schermaglie sul test

L’avvocato Vittorio Crosta h chiamato infatti a testimoniare un collega del giovane allora 19enne che, il 15 settembre 2017 tornando a casa dal lavoro all’alba, investì il ciclista. Subito dopo l’incidente, come vuole la norma, il giovane fu sottoposto a tutti gli accertamenti tossicologici del caso. Risultando positivo alla cocaina. La difesa contesta l’ammissibilità del test per un vizio di forma: il ragazzo non fu infatti informato della possibilità di poter chiedere l’assistenza di un legale. Il test è tuttora sub iudice con l’accusa che ne sostiene l’ammissibilità e la difesa che lo contesta.

Non si drogava

Per questo la testimonianza di ieri è importante. Anche il padre del giovane aveva spiegato come il figlio non avesse mai fatto uso di droga. Ma ieri in aula ha testimoniato non un famigliare, ma una parte terza, un collega. Sentito anche un perito della difesa. Sul cellulare dell’imputato sono infatti state trovate foto di spinelli e stupefacenti. Il perito di parte ha certificato in aula che quelle foto non sono state scattate dal telefono dell’imputato bensì “girate” da terzi tramite WhatsApp.

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