“Attenzione a Scafati e al PalaMangano: per Varese possono essere una trappola”

Gerardo De Biasio Givova Scafati
Scafati e il presidentissimo Nello Longobardi festeggiano la vittoria della A-2

CASERTASarà Scafati l’ostacolo sul cammino della Openjobmetis nel prossimo turno di campionato. Un impegno di spessore per i biancorossi, che inaugureranno in questa stagione il fortino del PalaMangano, appena omologato per una capienza di 3.500 posti dalla Commissione Provinciale di Vigilanza (la Givova sinora aveva giocato al PalaBarbuto di Napoli). Ne parliamo con l’appassionato di basket e scrittore Gerardo De Biasio, che ci presenta il fenomeno-Scafati, squadra capace di vincere il campionato di A-2 battendo in finale Cantù e di tornare in LBA (nella foto i festeggiamenti).

Il ritorno al PalaMangano

Si tornerà al PalaMangano per una partita di serie A dopo tanto tempo, per la precisione dal 2008 quando la squadra retrocesse. La Givova ha ricevuto in questi giorni l’agibilità per 3.500 posti. La Openjobmetis dovrà fare attenzione. L’attende un palazzetto infuocato, nella passata stagione inviolato in tutto il campionato di A-2.

Un passato in serie A

Scafati ha già giocato due campionati in serie A, nel 2006-2007, quando sfiorò i play-off e riuscì a battere Varese e soprattutto l’Olimpia Milano di un giovane Danilo Gallinari (+21 in diretta tv). Nel 2007/2008 andò male e retrocesse proprio insieme a Varese. Mi piace ricordare giocatori che hanno fatto la storia della società come un giovanissimo Gigi Datome, Dimitri Lauwers (ex anche di Varese) e Joel Salvi. Insomma a Scafati c’è tradizione e un ottimo seguito per il basket. E’ una piazza molto appassionata e calda, dove tutti vanno pazzi per la palla a spicchi.

Nel segno di Nello Longobardi

La passione di Nello Longobardi e della sua famiglia ha permesso di conquistare la seconda promozione in A dopo aver perso la categoria nel 2008 e passando da anni di trasformazioni (stagioni in A-2 mai anonime e lo scambio di titolo con Trapani partecipando alla B per ridurre i costi). Una “traversata nel deserto” che ha visto l’apoteosi nella finale playoff contro Cantù. Nello Longobardi è un imprenditore nel campo alimentare, è una persona vulcanica, ambiziosa e competente. Longobardi non ha mai badato a spese ed è lui, insieme all’allenatore e giornalista Massimo Mangano (a cui è intitolato il palasport), la persona con cui si identifica il basket nella cittadina salernitana. L’allenatore è giovane, il 40enne Alessandro Rossi di Napoli, che ha fatto bene prima a Rieti e poi a Scafati. L’anno scorso la finale contro Cantù è stata vinta abbastanza a sorpresa se guardiamo alla differenza di blasone, ma meritatamente per quanto mostrato sul campo, soprattutto nel dominio di gara-cinque.

Scafati matricolo d’assalto

Scafati vuole essere la più classica delle matricole d’assalto. Gioca ad alti ritmi e penso che contro Varese sarà una sfida bella e divertente, tutta corsa e intensità. Gli italiani simbolo sono Diego Monaldi e Riccardo Rossato. Poi durante l’estate la Givova ha inserito giocatori di grande esperienza come Julian Stone, Doron Lamb e Mike Henry, tutti veterani di lungo corso in Italia. Il pivot Trevor Johnson è molto atletico e mobile. Poi è appena arrivata la ciliegina sulla torta, il 40enne David Logan, che non ha certo bisogno di presentazioni. Scafati può godere di un asse play-pivot eccellente e di un gioco perimetrale che, soprattutto nel ritrovato PalaMangano, può mettere in difficoltà chiunque. La LBA è un campionato equilibrato e Scafati può dire la propria. Varese mi piace moltissimo, ma deve fare attenzione alla gara di domenica: rischia di diventare un trappolone per le sue ambizioni. E i precedenti storici lo testimoniano.

Gerardo De Biasio Givova Scafati – MALPENSA24