Giorgetti alla destra di Draghi: il “governo del Paese” si presenta in Parlamento

ROMA – «Oggi l’unità non è un opzione, è un dovere. Guidato da ciò che ci unisce tutti, l’amore per l’Italia». Così il presidente del consiglio Mario Draghi ha chiuso il suo primo discorso nell’aula del Senato, dove ha presentato il nuovo governo che chiede la fiducia al Parlamento. «È semplicemente il governo del Paese – lo ha definito il premier – non ha bisogno di un aggettivo che lo definisca». Alla sua destra, nei banchi del governo a palazzo Madama, c’è il varesino Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico e “traghettatore” del ritorno della Lega di Salvini a palazzo Chigi.

La “fotografia” del nuovo governo

Iniziano alle 10 le dichiarazioni programmatiche di Mario Draghi nell’aula del Senato. Alla sua destra Giancarlo Giorgetti, neo-ministro leghista allo sviluppo economico, alla sua sinistra Stefano Patuanelli, ministro “grillino” all’agricoltura. Nei banchi davanti il sottosegretario Roberto Garofoli e le due “ministre” tecniche con le deleghe più pesanti, la riconfermata Luciana Lamorgese (interni) e la new entry Marta Cartabia (giustizia). Siccome l’immagine ha sempre un peso, la prima “fotografia” del nuovo governo Draghi al debutto in Senato dice molto, con il premier affiancato dai rappresentanti politici dei due partner più forti della nuova maggioranza e con i tecnici a fargli da scudo.

La correzione di Giorgetti

Ed è proprio il vicesegretario del Carroccio a “soccorrerlo” quando il discorso del premier inciampa in una gaffe sul numero di ricoverati nelle terapie intensive. «Circa due milioni» le parole di Draghi, prima di una breve pausa, forse per essersi subito accorto della sproporzione del numero riportato. Dopo il suggerimento discreto di Giorgetti, l’ex presidente della BCE si corregge: «Circa duemila italiani in terapia intensiva». Ma c’è anche chi ha notato nel linguaggio del corpo che si è colto dietro la mascherina dell’esponente leghista anche una certa soddisfazione quando Draghi ha citato «l’irreversibilità» della scelta dell’Euro, quasi a rispondere a distanza ad una dichiarazione del leader del Carroccio Matteo Salvini («Euro irreversibile? Solo la morte lo è»).

Vaccini e scuole

Un cambio di passo, il nuovo governo, sembra volerlo imprimere sulla campagna vaccinale: «Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari – afferma Draghi – non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private». Ma anche sulle restrizioni anti-Covid: «Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole». E sulla scuola: «Dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno».

E’ il governo di Mario Draghi. E di Giancarlo Giorgetti

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