di Gian Franco Bottini
Qui, dalle nostre parti, non possiamo negare di prenderli tutti un po’sul ridere, facendone bonariamente delle macchiette e spesso riferendoci a loro come esempio di inconsistente “fancazzismo”. Stiamo parlando dei “Pensionati da cantiere” ; una figura che dove c’è un lavoro in corso non manca mai e può operare in solitaria ma più frequentemente in compagnia di altri colleghi, formando non un banale gruppo di curiosi ma un vero e proprio “team professionale” organizzato. Loro osservano, valutano, criticano, discutono e sentenziano; qualche volta si azzardano anche ad intervenire in loco con suggerimenti diretti a chi stà lavorando e quasi regolarmente,mal sopportati, vengono mandati a c………!
Lo scarso credito che godono dalle nostre parti non trova riscontro in Emilia, regione spesso molto avanti, dove godono invece di molto rispetto e vengono identificati con una stimata e specifica classificazione : gli“Umarells” (gli Ometti). A Bologna è stata a loro dedicata una Piazzetta con tanto di cerimonia inaugurale e Sindaco con fascia tricolore ; a Ferrara è stato loro dedicato un romanzo e presentato il bozzetto per un futuro monumento :l’Umarell visto di spalle nelle classica posizione di osservazione, mani dietro la schiena , inclinazione del busto di 18 gradi (non uno di più, non uno di meno), occhio fisso sull’oggetto indagato; a Modena una apposita “app” telefonica li aiuta nella ricerca dei cantieri “da prendere in cura”.
Da noi solo ironia. I nostri Amministratori , cosi’ prodighi nel distribuire “pelose”e svalutate benemerenze, nelle prossime circostanze non dovrebbero dimenticare questi “alchimisti della betoniera” e “geometri ad honorem”, che svolgono una importante e disinteressata funzione civica. Una funzione mai ignorata dai Sindaci dei piccoli Comuni che ne fanno i loro importanti sensori sul territorio , anche se poi la gente , che li vede come interpreti di un’antipatica forma di spionaggio, li guarda di traverso e li chiama “uregiat”, per la loro spiccata capacità di ascoltare, vedere e riferire. Noi pensiamo che ognuno di loro abbia una vita autonoma, ma ci sbagliamo; loro costituiscono una vera e propria“specie”: discreta, attenta, educata, riflessiva ma intransigente e, come tutte le specie, soggetta a trasformazioni non sempre controllabili. Di carattere sono schivi e lontani dai fari della ribalta, ma si fanno facilmente gabbare da chi è pronto ad appropriarsi delle loro idee smerciandole sui più moderni “ social” della rete , facendo inevitabilmente oggetto di polemica quello che per loro avrebbe dovuto essere solo un’ opinione costruttiva.
La più recente situazioni nella quale abbiamo visto in azione gli Umarells nostrani è stata in occasione delle proteste e del trambusto per l’inizio dei lavori della oramai più famosa rotonda di Busto. Mentre qualcuno stendeva striscioni, si legava alle piante da abbattere o tentava la scalata delle stesse, un gruppo di loro sostava commentando sull’angolo opposto, con uno sguardo critico e per nulla consenziente. “Quando una cosa è decisa……..è decisa! Quelli lì ci dovevano pensare prima! Adesso bisogna solo controllare che tutto venga fatto come si deve”. Questa frase, catturata dai loro dialoghi, spiegava chiaramente il loro stato d’animo : quello di chi era pronto ad entrare in azione e si sentiva defraudato di un ruolo di controllo di sua esclusiva competenza.
E il loro dissenso e presa di distanza sono stati ancor più netti quando sono entrati in azione, oltre ai già ricordati pseudo- Umarel “social”, anche gli “arrampicatori”,”gli “Incatenati”, gli “scampanellatori”, i “sabbiatori” . “Questi qui con noi non hanno niente a che fare, “ in di paiasc”- è stata la reazione del nostro Pensionato di fiducia da noi provocato con l’allusione che “quelli lì” non erano altro che l’evoluzione della loro “specie” – “Il nostro spirito è tutta un’altra cosa”
Curiosi di comprendere la natura di questo “spirito” gli abbiamo allora chiesto da dove nasceva questa sua attitudine all’osservazione critica delle cose e Lui ci ha spiegato che, fin da bambino, il padre, operaio con poche disponibilità , la domenica,per farlo divertire un po’, lo portava a vedere “ i fieu di sciuri che mangiaven el gelato”. Alla nostra sconcertata reazione di fronte a una cosa che più che un divertimento ci pareva una cattiveria , il nostro Pensionato ci ha risposto con un sorriso carico di furbizia :”E nò, te capis nient ……el divertiment l’era quand el gelato di sciuri el cadeva in tèra!” Ecco il vero spirito da Umarell ! Guardare, osservare e gioire quando si coglie la possibilità di segnalare un possibile errore. Il fatto poi che i loro suggerimenti vengano accolti, a loro poco importa ; meglio, anzi, se nessuno dà loro retta perchè si crea così l’opportunità di poter gioire una seconda volta quando l’errore viene a galla (“che alla manera che lavuren incoe l’è inevitabil!”) per poter poi affermare orgogliosamente :” Ma mì, te l’avevi dì”.
Rotonda pensionati bottini – MALPENSA24