Guardia medica chiusa col lucchetto, Genoni (M5S): «Nessun beneficio per Sant’Anna»

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BUSTO ARSIZIO – «Il sindaco Antonelli intervenga, la salute dei cittadini è una sua competenza e lo stato delle strutture sanitarie pubbliche a Busto Arsizio è scaduto in modo intollerabile». A sollevare la polemica, sulla base di una serie di esperienze vissute direttamente sulla propria pelle, è Luigi Genoni, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio comunale a Busto Arsizio. Dalla guardia medica all’ospedale: per Genoni «il servizio sanitario, nella sesta città della Lombardia, fa schifo, ma sembra che l’unica preoccupazione sia quella di costruire l’ospedale unico, che ridurrà ulteriormente servizi e posti letto».

Il lucchetto alla Guardia medica

Il cancello della sede della continuità assistenziale a Sant’Anna

Luigi Genoni svela una sua recente disavventura quando ha dovuto contattare la Continuità Assistenziale per un suo familiare. «Già è emblematico il fatto che il numero da chiamare per le urgenze non sia gratuito ma a pagamento, inaccessibile per chi come me ha un telefono cellulare con un piano “flat” in abbonamento – racconta Genoni – così mi sono presentato direttamente a Sant’Anna, al centro sociale, e ho trovato il cancello chiuso con la catena e il lucchetto, senza nemmeno che ci sia un citofono da suonare per comunicare con la sede della continuità assistenziale. Ero dovuto arrivare a chiamare i carabinieri, perché persino procurandomi un numero di telefono fisso nessuno rispondeva e io ero lì fuori ad aspettare di poter essere ascoltato da qualcuno. Fortunatamente il problema per il familiare si è risolto senza l’intervento di un medico, ma a quel punto capisco le persone che si  presentano direttamente in Pronto soccorso, se il servizio è questo».

«Sindaco, che fai?»

Così Genoni investe del problema l’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione dell’ATS la sede di Sant’Anna. «Il sindaco non si è nemmeno degnato di rispondere quando ho fatto presente del problema sulla chat WhatsApp del consiglio comunale – spiega Genoni – ma è assurdo che nessuno abbia previsto perlomeno l’installazione di un citofono al centro sociale di Sant’Anna. E in ogni caso, se l’organizzazione del servizio di continuità assistenziale da parte di ATS è questa e se l’accessibilità è negata, mi chiedo quali benefici abbia portato al quartiere di Sant’Anna il trasferimento di questo centro tanto sbandierato dall’amministrazione. Il sindaco di Busto, responsabile primo sulla sanità dei propri cittadini, e l’assessore ai servizi sociali Attolini consentono di tenerlo incatenato e di gestire un centro a Sant’Anna in questo modo?».

In ospedale

Il caso della “guardia medica” non è l’unico messo in luce dall’esponente del Movimento Cinque Stelle. «Settimana scorsa sono stato al pronto soccorso dell’ospedale per accompagnare una persona e nella fretta mi sono dimenticato la mascherina – racconta Genoni – così ho scoperto che nell’ospedale di riferimento Covid del territorio non hanno previsto un punto di distribuzione delle mascherine, non dico gratuito ma nemmeno a pagamento. Sono dovuto risalire in macchina e andare in parafarmacia per acquistare una confezione da 10 mascherine. Una l’ho indossata, le altre le ho lasciate in portineria, ma non è possibile che ci sia questa disorganizzazione». E Genoni attacca: «Il sindaco cosa fa, dirà che è colpa di Conte anche stavolta? Sto parlando dello stesso ospedale dove tempo fa tre ascensori su quattro per accedere agli ambulatori erano rotti, e dello stesso ospedale dove stiamo già perdendo e perderemo posti letto di degenza in molti reparti con l’unificazione con Gallarate».

busto sanità guardia medica – MALPENSA24