Hammond Marnate in Regione: «Chiederemo la cassa integrazione»

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MARNATE – Nodo Hammond: domani le parti andranno in Regione Lombardia. «Puntiamo a ottenere la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti sino a quando la situazione non sarà chiarita. Siamo a una settimana di distanza dallo scadere dei termini per la trattativa», spiega Rino Pezone, della Fiom Cgil che con Ilaria Campagner, della Fim Cisl, sta seguendo la vicenda dal primo giorno. «»

«La proprietà metta le carte in tavola»

La vicenda è purtroppo nota a livello nazionale. Il 18 dicembre i 40 dipendenti della ex Trasformatori Marnate, da cinque anni assorbita da un colosso canadese, hanno ricevuto alle 14 un cesto natalizio da parte della proprietà e due ore si sono visti consegnare le lettere di licenziamento. I dipendenti hanno mostrato un coraggio e una determinazione esemplari: il 7 gennaio, al termine del periodo di ferie già concordato, sono tornati nella ditta di via Gramsci per mettersi al lavoro. Gli incontri con i legali della proprietà avevano portato, in prima battuta, una speranza: c’era un compratore interessato. Il traguardo da raggiungere per i dipendenti, infatti, era quello di tenere aperta la ditta. Hanno lavorato e evaso le commesse rispettando le consegne nel rispetto della trattativa in corso. Trattativa della quale, però, non si sono mai dati i contorni precisi. Ma che sarebbe ancora in piedi: «Quanto meno – spiega Pezone – Sembrerebbe che ci siano ancora degli acquirenti interessati». Univa ha censurato il comportamento di Hammond e Samule Astuti, consigliere regionale Pd ha invitato il consiglio regionale a fare lo stesso. La politica tutta, dal regionale al nazionale, si è detta pronta a dare una mano, a fare in modo che la Hammond non chiuda una realtà presente sul territorio da 40 anni scaricando 40 famiglie e privando il varesotto di un knowhow ritenuto prezioso. Domani le parti metteranno le carte sul tavolo: «In prima battuta noi vogliamo tutelare i lavoratori – conclude Pezone – La cassa integrazione a questo punto è irrinunciabile. E vogliamo salvare l’azienda nell’interesse di tutti. I lavoratori hanno dimostrato un senso di responsabilità unico: la proprietà metta adesso le carte in tavola».

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