
Una eloquente missiva al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in primis. Poi, in indirizzo, a una serie di rappresentanti istituzionali e politici, sindaci e vertici della aziende ferroviarie. La firma è dei Comitati dei pendolari. La richiesta, alla luce dei disagi che si ripetono lungo le tratte che passano da Gallarate e Rho, è il potenziamento della linea principale, appunto la Gallarate-Rho. Progetto avviato, osteggiato, messo in forse, abbandonato e riproposto. Progetto attorno al quale viaggiano (è il caso di dire così) le aspettative per migliorare la condizione di migliaia di passeggeri che, quotidianamente, raggiungono Milano per lavoro o studio e, come si sa, sono costretti a subire disservizi di ogni tipo. Progetto a cui pare legato anche l’ipotizzato collegamento ferroviario tra Gallarate e il T2 di Malpensa: senza il potenziamento della Rho-Gallarate la nuova linea, affermano anche studi commissionati ad hoc, sarebbe inutile. Ecco dunque le proposte dei pendolari, di nuovo alla prese, terminate le vacanze ferragostane, con i soliti, inaccettabili problemi.
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“Gentilissimi, scriviamo per porre alla vostra attenzione lo stato della direttrice ferroviaria Rho/Gallarate. Qualche giorno fa il comitato Rho- Parabiago ha inviato una lettera a Regione Lombardia chiedendo l’abbandono del progetto di potenziamento ferroviario e invitando gli attori istituzionali a percorrere altre strade. Comprendiamo le preoccupazioni del territorio per un’ opera che avrà impatto in termini ambientali, acustici e sociali e sul quale CSM e Consiglio di Stato hanno espresso parere negativo circa il vecchio progetto, ma vorremmo fare con voi una più approfondita analisi della situazione del quadrante ovest, dove viaggiano poco meno di 1/3 dei pendolari lombardi.
Attualmente sulla Rho Gallarate transitano i seguenti treni:
– Treni EC sulla direttrice del Sempione;
– Treni Regionali provenienti sia da Porto Ceresio, Varese, Luino, Arona e Domodossola;
– Treni Suburbani della linea S5 Varese – Treviglio;
– Treni provenienti dalla Svizzera e diretti a Malpensa aeroporto;
– Treni merci sia dell’Asse del Sempione via Domodossola che del Gottardo via Luino.
Escludendo il traffico espletato dagli EC , parliamo di circa 150.000 viaggiatori/giorno (*) Oltre a ciò, a Rho si inserisce tutto il flusso della Milano/Novara/Torino, linea convenzionale e da Rho Fiera si inseriscono anche i treni dalla linea AV/AC Milano -Torino.
Ogni qualche volta si verifica un minimo rallentamento di un treno, si riscontra un effetto domino del quadrante ovest della Lombardia, con ripercussioni che si risolvono anche dopo ore.
I treni sono al massimo delle loro composizioni essendo le stazioni che li ospitano non in grado di accogliere composizioni più lunghe di 200 metri (8 vetture) ed essendo irrealizzabili gli interventi strutturali che possano permettere l’aumento della lunghezza dei marciapiedi (in particolar modo nelle stazioni di Varese e del passante).
Pertanto, assistiamo a quotidiani sovraffollamenti che caratterizzano negativamente le ore di punta, sui quali il gestore non può più fare nulla, non potendo aumentare il numero di tracce, causa congestionamento della linea. Lo stesso ha cercato di potenziare i treni regionali nelle ore di punta e fatto dei test sui passanti per portarli a 9 carrozze (che non hanno portato a i risultati sperati) , ma questi tentativi non hanno ridotto le criticità della tratta.
In questi ultimi 30 anni, in risposta all’aumento della richiesta di mobilità, sono stati potenziati i treni, ma l’infrastrutturatra Rho e Gallarate è rimasta la stessa dal 1952 ad oggi.
Allo stato attuale, i disagi nelle ore di punta, si possono così riassumere:
– Treni suburbani = I pendolari faticano a trovare posto già da Canegrate/Parabiagio/ Vanzago;
– Treni diretti = I pendolari faticano a trovare posto già dalla stazione di Gallarate;
– Pendolari che sono costretti a prendere l’auto per raggiungere il posto di lavoro.
Non possiamo più attendere se vogliamo pensare ad una mobilità sostenibile; è anacronistico pensare di dover prendere l’auto per raggiungere Milano, quando lo stesso capoluogo sta puntando in maniera decisa alla riduzione del traffico privato anche grazie alla nuova MM4, al prolungamento della MM1a Monza e Baggio, al prolungamento della metrotramvia 15 (solo per fare degli esempi!)
Noi riteniamo che Regione Lombardia, di concerto con Rfi e ascoltando il territorio, debbano rivedere benefici/costi/mitigazioni e impatto ambientaledei seguenti scenari:
1) Potenziamento ferroviario; un eventuale potenziamento della tratta come previsto dal PRMT porterebbe fino a 2.000 posti a sedere /ora in più tra Parabiago e Milano, con la possibilità di recuperare eventuali ritardi dovuti a criticità nella tratta Rho – Gallarate.
2) Eventuale Interramento della tratta; considerando però che in tale scenario il consumo del territorio potrebbe essere ben superiore a quello di una ferrovia in superficie (senza dimenticare gli eventuali costi, come ben visto nell’interramento della tratta Castellanza – Rescaldina).
3) Allungamento della metropolitana ; compatibilmente con le problematiche tecniche che la cosa comporterebbe e gli eventuali benefici.
Siamo consapevoli che qualunque opera si realizzi non avrà mai il consenso unanime di tutti e che comunque comporterà dei sacrifici che dovranno essere mitigati.
Chiediamo pertanto alla nuova Giunta e al consiglio Regionale a Rfi, al Ministro dei Trasporti e agli onorevoli del territorio di farsi carico e “prendere in mano” in maniera decisa questa annosa questione del potenziamento.
Il rischio, sempre più palesato e imminente, è l’inesorabile fallimento del trasporto pubblico lombardo”.
Per il Comitato Pendolari Gallarate Milano
Raffaele Specchia
Per i pendolari Arona Domodossola Milano
Lisa Tamaro
Pendolari rho gallarate – MALPENSA24