MALPENSA – La politica di contenimento dei costi messa in atto a inizio pandemia non è più sufficiente e salvaguardare la tenuta di easyJet che ora si appresta a tagliare il 30 per cento dei suoi lavoratori in tutta Europa. «Nei prossimi giorni avvieremo le consultazioni coi rappresentanti sindacali», annuncia in una nota il Ceo Johan Lundgren. Considerato che la compagnia britannica ha circa 15mila addetti (di cui 900 solo a Malpensa), ciò significa che 4.500 posti sono a rischio.
Riduzione di flotta e personale
Nei mesi scorsi easyJet aveva annunciato la riduzione delle dimensioni della flotta attraverso il differimento delle consegne di nuovi aerei e la riconsegna di quelli in leasing. «In questo contesto stiamo pianificando di ottimizzare il network e le nostre basi», spiega il Lundgren. «Di conseguenza, prevediamo una riduzione del personale fino al 30% in tutta l’azienda e continueremo a eliminare a tutti i livelli i costi e le spese non essenziali». Secondo il Ceo di easyJet si tratta di una scelta dolorosa ma necessaria per garantire la tenuta aziendale: «Ci rendiamo conto che questi sono tempi molto difficili e che dobbiamo prendere in considerazione decisioni altrettanto difficili che avranno un impatto sul nostro personale, ma vogliamo proteggere quanti più posti di lavoro possibile sul lungo termine».
Il calo della domanda
Secondo le proiezioni Iata, il traffico aereo tornerà a raggiungere i livelli pre-Covid non prima del 2023. Per quanto riguarda il quarto trimestre di quest’anno, i piani attuali prevedono che easyJet volerà con volumi di circa il 30% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2019. La compagnia low cost prevede poi che le dimensioni della propria flotta a fine 2021 saranno al minimo del range previsto: circa 302 aerei, ovvero 51 in meno rispetto a quanto previsto per la fine del 2021. Con questi numeri il taglio del personale viene ritenuto indispensabile. Le consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori inizieranno già nei prossimi giorni.
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