Il fumo uccide ancora e ancora

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Ivanoe Pellerin

di Ivanoe Pellerin *

Cari amici vicini e lontani, il 31 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Salute celebra il World No Tobacco Day (WNTD), una giornata di riflessione globale sui rischi associati al fumo. L’edizione 2019 è dedicata al tema“Tabacco e la salute dei polmoni“. Quest’anno l’OMS si pone l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sugli effetti nocivi derivati dall’uso del tabacco edell’esposizione al fumo passivo che sono fra principali cause di morte nel mondo.

Cari amici vicini e lontani, il fumo uccide ancora . La World Health Organization stima che, se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori. Intorno a questo argomento l’aspetto che trovo più inquietante è che il consumo di tabacco si allarga fra i più giovani. Hai voglia di ripetere fino alla noia che il fumo è la prima causa
di morte evitabile al mondo, dal momento che è spesso alla base dei decessi che avvengono per cause respiratorie, cardiache e oncologiche .

Eppure, di pari passo al valido consolidamento delle evidenze scientifiche, tra i ragazzi non si registra un calo del numero dei fumatori. Cresce in Europa il numero di giovanissimi, tra gli 11 e 15 anni, che consumano le sigarette in abbondanza. Costante
e sempre elevato è anche il dato che riguarda gli adolescenti più grandi tra i 16 e i 20 anni. Si tratta di dati preoccupanti, per due ragioni: sia perché l’accensione della prima sigaretta in giovane età aumenta le probabilità di sviluppare una vera dipendenza, sia perché i ragazzi sono coloro che hanno potenzialmente davanti un maggior numero di anni da trascorrere fumando. E dunque una probabilità più alta di ammalarsi e di far ammalare i loro figli.

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Perché l’abitudine al consumo della sigaretta desta così grande preoccupazione? Perché il fumo di tabacco contiene nicotina, vera e propria sostanza di abuso, che agisce sul sistema nervoso, cardiovascolare e sul metabolismo inducendo nel fumatore l’abitudine quotidiana e infrenabile di assumere fumo e prodotti derivati dal tabacco. Le proprietà farmacologiche della nicotina sul nostro organismo sono tali da indurre oltre al legame psicologico, un vero e proprio grado di dipendenza fisica legato all’assorbimento di questa sostanza. Si inizia a fumare per prova, per trasgressione, o per sentirsi grandi ancora in adolescenza e si finisce per “ammalarsi” di una malattia, le cui conseguenze su tutti i nostri organi ed apparati sono accertate, inevitabili e, ahimè, gravi.

Bisogna bene capire quali siano i reali danni del fumo per poter decidere di smettere ed esserne proprio convinti. E ciò è in genere difficile. Molti fumatori, soprattutto tra i giovani ed anche tra gli adulti, vedono nel consumo di sigarette un generico fattore di rischio per la propria salute, ma minimizzano i danni nel timore di privarsi di un piacere e pensano che gli effetti di questo killer silenzioso si manifesteranno solo in tarda età quando di “qualcosa si deve pur morire”. Altri dicono di non riuscire a smettere neppure di fronte alla possibilità di ammalarsi “di qualche malanno” che vedono lontano e confuso. Non è così purtroppo. Il 50% dei fumatori muore a causa dei danni procurati dal fumo, un quarto dei quali nella fascia d’età compresa tra i 35 e 65 anni ed un altro quarto del totale in età più avanzata.

Senza considerare il peggioramento dello stato di salute provocato da certe patologie correlate al tabagismo che, seppure non mortali, compromettono seriamente la qualità di vita di chi fuma. Responsabili delle malattie fumo-correlate sono le migliaia di sostanze chimiche, solide e gassose, le cui proprietà cancerogene, tossiche ed irritanti, sono ampiamente dimostrate e riconosciute. Vi faccio l’elenco di proposito, poiché tutti tendiamo a minimizzare. Dunque nicotina, catrame, polonio 210, monossido di carbonio, monossido di azoto, ammoniaca, arsenico e moltissimi altri additivi chimici che vengono assorbiti dall’organismo per inalazione ed anche attraverso la saliva e la mucosa orale: non aspirare la sigaretta, ammesso che ciò sia possibile, non è sufficiente a ridurre
il rischio!

Le sostanze velenose presenti nella sigaretta una volta aspirate ed assorbite, attraverso i polmoni giungono nel sangue e di lì in ogni parte del corpo in cui il sangue scorre. Qui agiscono a livello delle nostre cellule e dei nostri tessuti attraverso molteplici meccanismi lesivi che si potenziano tra loro. L’azione diretta delle sostanze irritanti e cancerogene contenute nella sigaretta, la sottrazione
cronica di ossigeno dovuta al monossido di carbonio, unitamente alla liberazione di radicali liberi ed allo stress ossidativo provocato dal fumo, comportano una condizione di infiammazione cronica, una sofferenza di organi e tessuti dovuta allo scarso apporto di ossigeno e mutazioni a livello del DNA delle nostre cellule, determinando un triste elenco di malattie destinato ad allungarsi sempre
di più, man mano che i danni biologici provocati dal consumo di tabacco si conoscono meglio.

Cari amici vicini e lontani non voglio annoiarvi con tutti i dettagli dei danni che il fumo provoca all’apparato respiratorio, all’apparato cardiovascolare e a quello enurologico. Sarebbe un elenco piuttosto lungo e, alla luce delle sempre più numerose certezze, in parte inaspettato anche per i più consapevoli. Ma di sicuro una cascata di malattie che dobbiamo tenere ben presente quando pensiamo ai nostri giovani. Allora: il fumo uccide ancora e ancora. Dobbiamo diffondere il messaggio

*già direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell’ospedale di Legnano

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