Il Giro d’Italia a Cassano non è un sogno ma una promessa

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CASSANO MAGNAGO – Portare il Giro d’Italia a Cassano Magnago. Non è soltanto un sogno ma un preciso punto programmatico della maggioranza di centrodestra riconfermata un anno fa alla guida della città. Per questo motivo il sindaco Nicola Poliseno e l’assessore allo Sport Alessandro Passuello si sono recati l’altro giorno ad Abbiategrasso, città di partenza della terzultima tappa della carovana rosa, con lo scopo di prendere contatti, osservare l’organizzazione, respirare l’atmosfera.

Un’atmosfera magica

Poliseno racconta di essere rimasto contagiato dal clima che si respirava prima della partenza e, per questo motivo, è tornato a casa ancora più convinto di far diventare Cassano città di partenza (o meglio sarebbe di arrivo) del Giro. Al momento, però, non c’è ancora in atto alcuna trattativa. «Stiamo muovendo i primi passi», spiega il primo cittadino. «Vogliamo portare il Giro a Cassano, ma con un senso. Non vogliamo sia soltanto una passerella, ma un grande evento in grado di diventare un’opportunità per i nostri imprenditori e per tutta la città. Non dev’essere semplicemente un esborso da parte del Comune, ma deve creare valore. E per fare questo occorre tempo».

Valerio_LualdiBasso, Miro e gli altri ciclisti cassanesi

Portare il Giro a Cassano sarebbe per l’amministrazione comunale il doveroso omaggio alla maglia rosa Ivan Basso e alla tradizione ciclistica cassanese, costellata di protagonisti. Come Valerio Lualdi, affidabile gregario degli Anni Settanta con la mitica maglia della Brooklyn indosso, il cassanese d’adozione Mario Lanzafame e naturalmente Miro Panizza, un mito in sella con oltre 700mila chilometri percorsi e 74 vittorie. A differenza di Basso, lui la maglia rosa non riuscì a riportarla a casa. La conquistò alla quattordicesima tappa del Giro d’Italia del 1980 e la tenne per sei giorni, prima di arrendersi alla forza dirompente di Hinault.

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