Il Gruppo Amicizia chiude la casa alloggio. E il presidente Castoldi si dimette

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GORLA MINORECostava troppo. E’ questa la ragione che ha spinto il consiglio di amministrazione del Gruppo Amicizia di Gorla Minore (foto di repertorio) a chiudere la casa alloggio che ospitava due ragazze con la sindrome di Down. «Una decisione che mi ha spezzato il cuore e che mi ha portato a rassegnare le dimissioni», annuncia dunque il presidente Anna Castoldi.

Due ragazze lasciate senza casa

Una delle ospiti di questa casa alloggio non ha più i genitori e quindi dalla fine di ottobre si troverà senza un posto dove stare. «Abbiamo già parlato con i servizi sociali, che stanno cercando un altro centro di accoglienza, ma non potrà essere a Gorla Minore. Il paese dove lei è nata e ha sempre vissuto. Il paese dove tutti la conoscono e le vogliono bene. Il paese dove ha imparato a cavarsela da sola, dove è diventata indipendente», racconta Castoldi, mostrando tutto il rammarico e la preoccupazione per la decisione del Cda.

Bilancio insostenibile

Una decisione che non è arrivata inaspettatamente, perché già da marzo alcuni soci avevano fatto presente che le perdite economiche legate alla casa alloggio, nata lo scorso ottobre 2019, erano troppo ingenti. «Avendo solo due ospiti, ma dovendo comunque pagare tre educatori, abbiamo avuto un importante deficit. Poi, con l’arrivo del Covid e la fine del progetto regionale “Dopo di noi”, le uniche entrate per l’associazione erano le rette degli ospiti», spiega il presidente.

Che però, nonostante i 74 anni di età, di cui 32 passati con il Gruppo amicizia, non si è mai arresa. «Quest’estate abbiamo fatto un appello a tutte le associazioni del territorio e grazie alle iniziative che hanno messo in piedi, abbiamo raccolto 54 mila euro. Inoltre, i servizi sociali mi avevano assicurato che i fondi regionali di 400 euro a ospite sarebbero ripartiti e il sindaco di Gorla Minore, Vittorio Landoni, aveva anche promesso di raddoppiare il contributo comunale per la nostra realtà».

La casa chiuderà entro fine mese

Armata di queste buone notizie, e di tanta speranza, Castoldi si è presentata al Cda del 14 ottobre, con il proposito di convincere i 4 colleghi a tener viva la casa alloggio. «Ma la risposta è stata no. La casa chiuderà entro la fine del mese. Io ci sono rimasta davvero male. Con che faccia potevo andare dalle mie ragazze e dire loro che la “casetta” alla quale sono tanto affezionate non ci sarà più?», ha pensato disperata Castoldi.

Non posso rimanere a queste condizioni

Ecco allora la decisione di dimettersi. «Ho voluto dare un segnale forte al Cda, per far loro capire la gravità della situazione. E adesso non so cosa fare, faccio fatica a immaginarmi un futuro», ammette. Ma la speranza è l’ultima a morire. Infatti, le attività di Cse e Sfa continueranno e Castoldi ha promesso ai suoi ragazzi di continuare ad andare a trovarli e di accompagnarli nelle attività diurne.

Rimane però un dato di fatto, le due ospiti della casa alloggio hanno perso un posto dove stare. E se una di loro potrà essere accolta dal fratello, l’altra ha un futuro più incerto. E certamente lontano da Gorla Minore. «Ma io non mi arrendo. Con gli altri soci abbiamo convocato un’assemblea per chiedere nuovamente al Cda di ripensarci. E’ l’unico spiraglio di speranza rimasto», conclude Castoldi.

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