Massacro nella città-simbolo di Axum

LA CITTA' ETIOPE CUSTODIREBBE L'ARCA DELL'ALLEANZA

La chiesa di Axum dove sarebbe custodita l'Arca dell'alleanza. Credit: Sailko - Wikimedia Commons https://commons.wikimedia.org/

di Daniele Pierobon

Axum, la città dei Negus (i re) d’Etiopia, crocevia del Corno d’Africa, ha sempre rappresentato un luogo estremamente simbolico per la storia etiope. Le ragioni sono prevalentemente legate alla mitica epopea della regina di Saba e del significato religioso legato all’Arca dell’alleanza biblica, che si presume essere custodita nella cappella della chiesa di Nostra Signora Maria di Sion. Eppure, forse proprio per questo aspetto emblematico, lo scorso dicembre è stata teatro di un vero e proprio massacro che ha portato alla morte più di settecento persone.

Ma cosa si cela dietro a questo ennesimo eccidio? Da mesi l’Etiopia sta vivendo una situazione di caos, derivata dal conflitto nella regione del Tigray, che ha portato a minare la già fragile stabilità etnica in tutto il paese. Difficile ricostruire la dinamica di questo ultimo atto di guerra, dato anche l’isolamento in cui si trova la regione dall’inizio delle ostilità. Secondo fonti locali, la principale responsabilità del massacro di fine anno ad Axum ricadrebbe sulle truppe regolari dell’esercito di etnia Amhara che, fuori dalla cittadella ritenuta sacra, si sono scontrate con i fedeli cristiani, accorsi in massa per difendere la chiesa dove sarebbe custodita l’Arca dell’alleanza.

Ad una prima analisi si tratterebbe di una rappresaglia religiosa, ma in realtà le motivazioni gravano su dinamiche tristemente note in Africa, come la pulizia etnica e politica del sangue. Diversi fattori inducono a dare questa interpretazione: innanzitutto, la compagine religiosa nel Corno d’Africa ha storicamente un assodato equilibrio e rispetto fra le diverse fedi e confessioni, soprattutto nella quotidianità, a differenza del nord Africa o di stati come la Nigeria dove invece le differenze religiose sono elemento di divisione e contrasto. In secondo luogo, il massacro di Axum si potrebbe affiancare ad altre rappresaglie contro le minoranze da parte dell’etnia Amahara ora dominante, come il bombardamento della moschea di al-Nejashi, sempre nel Tigray: ciò escluderebbe quindi la matrice religiosa. Colpire luoghi ritenuti simbolo contribuisce in ogni caso a rafforzare l’autorità etnica Amhara dopo anni di dominio politico tigrino.

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