Il Parco Del Ticino in difesa dei lupi. Via al primo monitoraggio nei boschi

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MALPENSA – Una specie preziosa, ma spesso minacciata dalle azioni umane e dai cambiamenti climatici. Ecco allora che il Parco del Ticino si attiva a favore della protezione dei lupi, partecipando al primo monitoraggio dell’animale in Italia. Da novembre 2020 a marzo 2021 verranno perlustrati percorsi sul territorio nazionale per fare una fotografia aggiornata sulla presenza della specie.

Posizione strategica del Parco

Nel Parco, il lupo è stato segnalato nel 2012 e poi nel 2017, a conferma del ruolo della Valle del Ticino come corridoio ecologico tra Alpi ed Appennini. La sua presenza assume un rilievo particolare: il suo essere all’apice della catena alimentare lo pone come elemento riequilibratore naturale delle popolazioni di ungulati.  Ricordiamo che le mutate condizioni ambientali e sociali rendano oggi ingiustificata e anacronistica l’ipotesi di situazioni di pericolo per l’uomo.

Il Parco del Ticino partecipa in questi giorni ad un evento strategico di portata nazionale “Il primo monitoraggio del lupo in Italia” che terminerà a marzo 2021. In questi mesi verranno perlustrati percorsi prestabiliti (transetti) in spazi naturali, a diverse quote, sull’intero territorio nazionale sulle tracce del lupo per raccogliere specifici dati di campo. Per la prima volta le Istituzioni nazionali uniscono le forze per ottenere una “fotografia” aggiornata sulla presenza e la distribuzione di questa specie in Italia, utilizzando disegni di campionamento e protocolli standardizzati avanzati, messi a punto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).

Per studiare lo stato dei lupi sul territorio

A questo ambizioso progetto partecipa anche il Parco del Ticino che vedrà coinvolti, insieme ai Guardiaparco, personale dell’area protetta, volontari e ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e dell’Università di Pavia. «Questa attività si collega e si affianca ad un progetto di monitoraggio della presenza del lupo nel Parco già in corso da alcuni anni, volta a valutare la funzionalità del bacino del Ticino come corridoio ecologico», spiega il consigliere del Parco del Ticino, Francesca Monno.

Difesa contro i cinghiali

«In generale – continua Monno – i piani di monitoraggio costituiscono uno strumento essenziale per valutare l’evoluzione dello stato di conservazione o di espansione di una specie e, quindi, l’efficienza delle misure gestionali messe in atto dalle amministrazioni».  In Italia, il monitoraggio del lupo su scala nazionale è previsto dal vigente quadro normativo, poiché si tratta di una specie di interesse comunitario, nonché animale alleato dell’uomo nel contrasto alla presenza del cinghiale. «La dieta del lupo è infatti rappresentata da prede selvatiche quando riesce a reperirne in abbondanza e di certo il cinghiale rappresenta una porzione abbondante della dieta nei paesi del Mediterraneo con frequenze variabili, ma in tutte le aree», spiega il consigliere.

Il Parco del Ticino, a seguito della prima segnalazione che risale al 2012, ha già avviato da alcuni anni una collaborazione con le Università di Pavia e Milano – Bicocca  per il monitoraggio del Lupo nell’area protetta e sta provvedendo alla formazione di tecnici, guardiaparco e volontari finalizzata al riconoscimento dei segni di presenza del lupo, con l’obiettivo di stimare l’areale della specie nel Parco del Ticino e nelle aree limitrofe e di raccogliere campioni per le analisi genetiche.

«Al momento si tratta di segnalazioni di rari esemplari in dispersione, ma resta il fatto che la presenza del lupo conferma l’importante ruolo della Valle del Ticino». I boschi perifluviali sono infatti caratterizzati da livelli di naturalità tali da consentire a un grande predatore come il lupo di utilizzarle nella fase di dispersione, trovando una via di congiunzione fra le popolazioni dell’Appennino e quelle delle Alpi.

Dopo il lupo di Somma alla ricerca di nuovi esemplari nel Parco del Ticino

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