Il rischio Iva e il balletto dei partiti

antonio laurenzano

di  Antonio Laurenzano

Dopo le bufale elettorali con promesse mirabolanti prive di copertura finanziaria, la realpolitik ha fatto i conti con il Documento di economia e finanza (Def)  approvato nei giorni scorsi dal Governo Gentiloni. Un documento che si limita all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche del Paese e del quadro di finanza pubblica tendenziale che ne consegue, lasciando al nuovo esecutivo la scelta delle politiche per il quadro programmatico da attuare con la Legge di bilancio di fine anno. Una fotografia della situazione della finanza pubblica in cui aleggia minaccioso l’aumento dell’Iva. Un pacchetto fiscale da incubo: l’aliquota ridotta del 10% passerà all’11,5% nel 2019 e al

13% nel 2020, mentre quella ordinaria del 22% passerà al 24,2% l’anno prossimo, al 24,9% nel 2020 e al 25% nel 2021. Per la ripresa dei consumi, ancorata a una debole crescita economica, potrebbe essere il colpo fatale, con pericolose ricadute sulla produzione. Le variazioni dell’Iva peserebbero in media 317 euro sulla spesa delle famiglie, in Lombardia oltre 410 euro. Smaltita l’ubriacatura della campagna elettorale con i folli impegni di spesa, per il futuro inquilino di Palazzo Chigi scatterà la caccia al tesoro per sterilizzare le clausole di salvaguardia che, attraverso rinnovi successivi, ci trasciniamo dall’estate 2011 per coprire spese pubbliche già impegnate. Ci sarà bisogno di una manovra di bilancio da 18 miliardi, di cui ben 12,4 miliardi per scongiurare nel 2019 il rischio Iva. Ne serviranno altri 19,1 miliardi per il 2020. Un’operazione che, comprimendo

ogni politica espansiva, riduce la Legge di bilancio a un documento povero di investimenti e ricco di tagli! C’è da sperare che, fra un balletto e un altro nei talk show televisivi, gli aspiranti premier focalizzino  bene  tale  emergenza  finanziaria.  I  programmi   di  governo  presentati  dai   partiti forniscono poche indicazioni su dove trovare risorse adeguate, se non un generico riferimento alla leva del deficit (Pil permettendo), accompagnata dalla spending review e dalla razionalizzazione degli sconti fiscali (“tax expenditures”), con buona pace di ogni crociata contro il fisco pigliatutto!

Per la finanza pubblica si annuncia un autunno particolarmente caldo. Si prospetta una manovra impegnativa che richiederà un governo autorevole per prepararla con l’imprimatur di Bruxelles e una maggioranza coesa in grado di sostenerla in Parlamento. Ma la nuova Legislatura riuscirà a decollare? Mercati e spread sono in agguato.

Iva partiti – MALPENSA24