Festeggiata in tutti i Paesi dell’Ue la “Giornata dell’Europa” nel ricordo della storica dichiarazione del 9 maggio 1950 di Robert Schuman, a Parigi, al Quai d’Orsay, sede del Ministero degli Esteri:”La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative all’altezza dei pericoli che ci minacciano. Mettendo insieme talune produzioni base saranno realizzate le prime fondamenta concrete di una Federazione europea”.
Nel segno di Schuman
L’invito di Schuman alla cooperazione economica si concretizzò nell’aprile 1951 con la istituzione della CECA, Comunità del carbone e dell’acciaio, tra Francia, Germania, Italia e Paesi del Benelux, per gestire insieme quelle materie che all’epoca erano il presupposto di ogni potenza militare. La CECA rappresentò la culla nella quale fu deposto il primo seme di un’ Europa unita.
Dai lutti e dalle distruzioni della seconda guerra mondiale si alzò forte il grido di Schuman, Adenauer e De Gasperi: “Mai più guerre fra noi!”. Vinti e vincitori di una sanguinosa guerra uniti per fissare un comune percorso di pace e di progresso per l’Europa! Era l’alba di una nuova Europa, l’inizio del faticoso processo di integrazione. Simbolicamente, quella data rappresenta il primo mattone della costruzione della “comune casa europea” fondata sui valori della pace e della solidarietà, valori che si realizzano attraverso lo sviluppo economico e sociale del Vecchio Continente.
In un diffuso clima di euroscetticismo, il futuro dell’Europa dipende dall’europeismo illuminato della leadership europea, ma anche da una rinnovata ansia di far crescere una coscienza autenticamente europea per ritrovare l’originario spirito unitario dei Padri fondatori soppiantato da anacronistiche pulsioni nazional-populiste. Essere cioè capaci di trasmettere questo patrimonio di valori alle future generazioni, nel segno del testamento morale di Alcide De Gasperi, un europeo venuto dal futuro: “L’ Europa è un’eredità destinata ai giovani”. (Lau)