Il senatore Tomassini: “Avanti col centro. E a Busto con Gigi Farioli”

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Antonio Tomassini

Senatore Antonio Tomassini, per lunghi anni punto di riferimento varesino di Forza Italia. Il suo ex partito a livello locale naviga in acque agitate. Che ne dice?
“Faccio una breve premessa. Mentre le cose a Gallarate sono andate abbastanza secondo le regole, e mi riferisco alla dialettica pre elettorale, su Varese e Busto Arsizio il discorso è diverso. Poi, a Varese, la situazione si è risolta in modo più semplice, a Busto invece si è complicata”.

Tutta colpa di Forza Italia?
“Ho conosciuto una Forza Italia più libera e aperta. Queste caratteristiche si sono infine disperse. Forse è mancato il collegamento che esisteva tra la politica e la società civile. Pertanto, chi era abituato a essere molto popolare, come a Busto (Gigi Farioli, ndr), non può accettare imposizioni dall’alto. Però, c’è un però”.

Senatore, quale?
“Chi aveva il mandato di essere a capo della coalizione ha voluto essere esclusivo per i suoi. A Varese, per esempio, la Lega, nelle persone del segretario cittadino e del commissario provinciale, ha cercato fino all’ultimo di sostenere se stessa, disinteressandosi di tutti gli altri. Un errore. A Busto, il sindaco Emanuele Antonelli ha fatto un mandato col pugno di ferro, ma con scarsa attenzione ai discorsi attorno a lui. Un motivo di dissenso diffuso. In questo senso è da comprendere il risveglio della cosiddetta società civile. E di Farioli”.

Che ha sparigliato le carte.
“Diciamo che chi ha ricoperto il ruolo di commissario provinciale berlusconiano non è stato capace di dialogare con Farioli, il quale ha scelto ciò che gli è sembrato più giusto. Non va dimenticato che Farioli, che ho avuto come apprezzato compagno di viaggio politico per tanto tempo, a Busto è benvoluto, conosce a perfezione la macchina amministrativa, è un politico che meriterebbe di essere molto più che sindaco, ma parlamentare”.

Intanto il centrodestra bustocco non pare sia in perfetta salute. Secondo lei?
“Ho l’impressione che stia prevalendo una sorta di gelosia, di particolarismi che non sono di Farioli; che però fanno male a Busto Arsizio, città che è sempre stata di ampie vedute sociali. Una città col cuore in mano”.

Di più, cosa non ha funzionato?
“Forse occorreva uno sforzo superiore nel cercare di capire le situazioni. Non è possibile formare una lista in sudditanza ad altre, Serviva la capacità di scegliere per il verso giusto”.

Dice poco?
“Nel 2006, pur avendo Forza Italia una cifra elettorale più alta delle altre, fui io a indicare come candidato sindaco di Varese il leghista Attilio Fontana. Il centrodestra vinse con quasi il 70 per cento dei consensi. Purtroppo, oggi nel capoluogo, Forza Italia è molto debole”.

Insomma senatore, se non abbiamo capito male, a Busto lei sta, senza se e senza ma, con Gigi Farioli?
“Mi permetta di risponderle sottolineando che avrei fatto di tutto per creare un nuovo punto di forza, facendo dialogare Farioli con Busto al Centro di Gian Franco Bottini. Perché oggi non ci sia compatibilità tra i due, non saprei dire”.

Avanti tutta coi centristi, dunque?
“Con Bottini in campo sarebbe stato un gran bel laboratorio politico, più esteso di quanto non stia accadendo ora. A livello nazionale, e non solo, il centro brulica di tanti settori apprezzabili, ma di nessun leader capace di aggregarli. Forse accadrà soltanto con l’elezione del presidente della Repubblica”.

Antonio Tomassini guarda al centro moderato. A chi in particolare?
“Le mie radici sono democristiane. Non posso dimenticarlo. Per risponderle, posso dire che ammiro molto Italia Viva”.

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