Il sindaco di Varese: “Vince il nuovo modo di amministrare i territori”

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di Davide Galimberti *

In molte delle principali città al voto per le amministrative, i ballottaggi hanno segnato da nord a sud una vittoria netta del centrosinistra: Verona, con una vera e propria svolta storica, poi Monza, Alessandria, Parma, Cuneo, Piacenza, Catanzaro.

Sfide decisive in cui a decretare la vittoria è stata soprattutto la presenza di un progetto politico amministrativo serio e concreto, realmente connesso con le forze sociali, economiche e culturali delle singole città.

Un risultato che a conti fatti va letto oltre il tradizionale scontro tra forze politiche opposte: in molte di queste realtà a determinare la svolta verso il centrosinistra è stato soprattutto il confronto tra un centrodestra che in questi anni ha amministrato mettendo in luce la debolezza delle proprie proposte politiche da una parte, e la costituzione di un modello alternativo, in grado di offrire stabilità e concretezza, dall’altra.

Dati che rivestono un preciso peso politico, dal momento che queste amministrative sono anche un test significativo in vista delle Regionali del 2023: di fatto quello che emerge è l’esigenza di un nuovo modo di amministrare i territori, che anche per quanto riguarda la Lombardia dovrà essere in grado di fornire un modello che non può essere più semplicemente quello del feudo leghista, ma che dovrà essere in grado di attrarre investimenti, risorse, progetti per accrescere lo sviluppo e la competitività del territorio.

Ma alla creazione di questo nuovo clima ci sono anche degli ingredienti che appaiono essenziali ed inediti. A partire dal nuovo contesto politico nazionale, in cui il centrodestra, a differenza di altre epoche, non solo è incapace di mobilitare il proprio elettorato, ma non è più in grado di aggregare come in passato le anime populiste con quelle moderate, presentandosi sempre più frammentato. Una situazione che si riflette a livello locale, come dimostrano gli esiti in provincia di Varese, con l’esempio di Cassano Magnago, e a livello regionale con la sconfitta in tre capoluoghi, Monza, Como e Lodi.

Una situazione non nuova, che si trascina in questi termini da diversi anni, e che si è acuita con l’esperienza del governo Draghi e ulteriormente in questi mesi con la crisi internazionale in atto: una frammentazione che ha visto le forze di centrodestra spesso barricate in posizioni molto divergenti e in netto contrasto tra di loro, rendendo quindi ora poco credibile, se non fortemente inaffidabile, un’eventuale ricomposizione con un’univoca proposta politica, con un progetto unitario, solo in prossimità delle elezioni politiche.

E ancora. La consapevolezza che i valori in campo oggi siano diversi, la differenza è sulla base di proposte credibili che a livello locale devono essere connesse con le esigenze dei territori e con lo scenario del post pandemia, con idee e progettualità realizzabili sui temi dello sviluppo, grazie alle nuove opportunità offerte dal PNRR. È in sostanza un contesto che non premia più la semplice reiterazione di candidati, ma la presenza di progetti che sanno convincere perché in grado di dare risposte alle necessità di cambiamento e rilancio sociale, culturale ed economico dei territori. Le amministrative sono state in sostanza un test elettorale perché, a prescindere dai vincitori, dimostrano che a tutti i livelli oggi nulla può esser dato per scontato, le divisioni e i personalismi penalizzano.

Se negli anni scorsi poteva essere sufficiente considerare la ricandidatura e la rielezione dell’attuale governatore, oggi non è più così, perché oggi prende sempre più campo la necessità di offrire un nuovo modello di fare politica, dal momento la possibilità di proporre alternative ha oggi la possibilità evidente di prendere campo.

*sindaco di Varese

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