In Forza Italia è già lite per le candidature: “A Varese basta catapultati da fuori”

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Giusy Versace e Adriano Galliani

VARESE – Neanche il tempo di annunciare la data del voto (il prossimo 25 settembre) e, dentro i partiti, è subito alta tensione. Il motivo? Le candidature, da decidere in fretta e, soprattutto, tenendo conto della sottrazione di posti prevista con le nuove regole. In provincia di Varese è Forza Italia ad aprire le danze interne nella riunione di questa mattina, 23 luglio, del coordinamento provinciale. Un faccia a faccia via zoom che ha portato in superficie il vecchio, mai sopito malessere per i cosiddetti catapultati, cioè candidati imposti dai vertici nazionali, avulsi dal territorio, com’è sempre accaduto ad ogni elezione politica fin dai primi anni Novanta. Con malcelato disappunto dei berlusconiani locali, costretti ad abbozzare.

E’ così che il tema ha immediatamente acceso gli animi, provocando – dicono le nostre fonti – la piccata reazione dell’onorevole Giusy Versace, alla quale sarebbe stato chiesto conto del suo impegno politico di questi ultimi anni in favore del Varesotto. Di più, qualcuno ha posto l’accento anche sulle presenze, meglio, sulle assenze di Adriano Galliani, eletto nel collegio senatoriale proporzionale Varese/Como e irrintracciabile fin dal giorno dopo. “Pensa alla campagna acquisti del Monza” ha maliziosamente bofonchiato uno dei partecipanti alla riunione. Di fatto, alla luce delle difficoltà di Forza Italia in provincia, decapitata dagli arresti dell’inchiesta Mensa dei poveri, rimasta a galla nonostante i rovesci anche nazionali, i militanti chiedono un riconoscimento concreto, che vada al di là di generiche attestazioni di stima.

“E’ una questione di crescita” puntualizzano i forzisti davanti al commissario provinciale Giacomo Caliendo, che ha cercato di porsi come mediatore in un dibattito tiratissimo, con pesanti accentuazioni. Il problema è tutt’altro che marginale, in un contesto pre elettorale in cui Silvio Berlusconi cerca nuovi spazi, ricompattandosi al centrodestra e sottolineando la necessità di recuperare consensi. Il territorio varesino ne ha sempre espressi di sicuri, tanto che qui sono stati appunto paracadutati candidati da far eleggere o in Senato o a Montecitorio. Quasi sempre con successo, nonostante si trattasse anche di personaggi sconosciuti in loco, imposti dall’alto senza possibilità di discussione.

Ma adesso, dopo le clamorose defezioni di Mariastella Gelmini e Renato Brunetta che, a Roma, hanno sbattuto la porta in faccia al Cavaliere, palesando un disagio insanabile; dopo i distinguo e i malumori per la decisione di “licenziare” Mario Draghi, la faccenda elettorale potrebbe complicarsi. Anche nel Varesotto. Ecco allora che c’è chi spinge per avere finalmente esponenti locali in corsa per il Parlamento (“E’ una questione di democrazia interna”), proprio per aprire un filo diretto con un elettorato “che ha bisogno di garanzie politiche e di presenze certe”. Sarà così? Le premesse non sembrano indicare questa soluzione, tanto attesa quanto di volta in volta delusa.

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