Varese, sprint per i candidati: tormenti leghisti e “catapultati” di Forza Italia

VARESE – E’ iniziata la corsa alle candidature, che questa volta sarà uno sprint visto i tempi ristretti. E da qui alla composizione delle liste ci sono pochi giorni per decidere e pochi posti a disposizione. Il taglio dei parlamentari, insieme al calo dei consensi (almeno secondo i sondaggi) di alcuni partiti, comporterà la riduzione delle truppe che in questo momento stanno a Roma. Soprattutto in casa Lega che potrebbe portare in Parlamento tre varesini (2 alla Camera e 1 al Senato).

Il Carroccio

Chi conosce fino in fondo tutte le pieghe della Lega, da tempo (quando ancora la chiamata alle urne appariva lontana) va dicendo che a Roma i leghisti varesini saranno 3 dando per certo al cento per cento solo due nomi: Stefano Candiani al Senato e Giancarlo Giorgetti alla Camera. In realtà non ci dovrebbero essere dubbi nemmeno sul terzo nome, ovvero Matteo Bianchi che «con la candidatura a sindaco di Varese – dicono gli insider leghisti – si è guadagnato il ticket della riconferma». Qualcun altro però aggiunge: «Vero, ma ora è tutta un’altra storia».

E gli altri uscenti? La riduzione dei parlamentari, ma anche dei punti percentuali del Carroccio avranno l’effetto di sfoltire la truppa degli eletti. E quindi non tutti potrebbero puntare (per motivi diversi) alla roulette elettorale. La nouvelle vague salviniana potrebbe “tagliare” Umberto Bossi, candidatura icona negli ultimi giri. Ancora tutto da vedere per quanto riguarda Leonardo Tarantino e Dario Galli, due profili di peso e che per esperienza e competenze acquisite potrebbero essere spesi per altri partite (ruoli di sottogoverno o in consigli di amministrazione importanti). Questo per dire che di spazio sul Carroccio per i volti nuovi ce n’è poco. A meno di un intervento diretto del capitano.

Il sogno nel cassetto

Tutta un’altra storia, dicevamo. Perché fino a 48 ore fa le urne politiche erano ancora lontane ed erano appaiate con le elezioni regionali del 2023. Insomma, chi nutriva (e nutre) ambizioni aveva davanti a sé il tempo per cullare e far crescere il sogno senza strappi. L’accelerazione che ha tritato il governo Draghi ha impresso velocità di azione anche qui sul territorio.

Ci spieghiamo meglio. In casa Lega, non si può negare che il sindaco di Gallarate abbia ambizioni e numeri. Ma è stato ri-eletto da nemmeno un anno alla guida della città. E, se il ministero dell’Interno dovesse confermare la norma in vigore, per tentare di spiccare il volo nella capitale, Cassani dovrebbe dimettersi nel giro di sette giorni dal momento della pubblicazione dello scioglimento delle camere sulla Gazzetta ufficiale. Insomma un salto mortale carpiato, di quelli che in Lega non amano particolarmente e per altro già capitato una volta (si legga alla voce Marco Reguzzoni).

Suggestioni? Forse, alimentate però dagli stessi leghisti. I quali, davanti all’ipotesi di una candidatura Cassani, rispondono: «In Lega siamo abituati a portare fino in fondo gli impegni presi. Chi è sindaco faccia prima il sindaco. Al prossimo giro vedremo». Già, perché a quanto pare il sindaco di Gallarate ha iniziato a fare un po’ il “Gianburrasca” su qualche chat e non sono pochi quelli che hanno drizzato le antenne.

Arrivederci Roma

Chi invece sembra abbia riposto nel cassetto l’idea Capitale è il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli. Tra i vertici di Fratelli d’Italia pare che non ci sia nessuno disposto a rinunciare alla guida della quinta città della Lombardia. Inoltre, il partito a livello provinciale si è già espresso su due principi. Il primo: c’è una meritocrazia conquistata sul campo e negli anni. Caratteristiche che portano ad Andrea Pellicini (un posto sicuro alla camera pare tocchi a lui), sindaco per due mandati a Luino, consigliere provinciale, ma anche ex assessore a Villa Recalcati, oltre che presidente dei Fratelli del Varesotto. Il secondo principio è: «Niente candidati “paracadutati”. Vogliamo gente del territorio». E questo chiuderebbe le porte a Paola Frassinetti, candidata ed eletta la volta scorsa in terra varesina e aprirebbe uno spiraglio alla gallaratese Francesca Caruso.

I catapultati

Il partito che sotto questo punto di vista rischia di non avere rappresentanti del territorio in posti che contano è Forza Italia. Già al giro precedente i forzisti varesini hanno portato acqua per Adriano Galliani e Giusy Versace, entrambi eletti e “spariti” più o meno nel medesimo momento. Di loro si ricordano, anzi lo ricordano proprio i forzisti, fugaci apparizioni in clima elettorale. Ma il partito di Berlusconi a queste latitudini ha sempre subito i nomi quando c’erano in ballo le “grandi partite”: basti pensare che l’ultimo varesino eletto tra le fila azzurre è stato il senatore Antonio Tomassini. Figuriamoci di questi tempi piuttosto grami dopo la rasoiata giudiziaria.

L’unica certezza del PD

Si chiama Alessandro Alfieri l’unica certezza del Partito Democratico. Il senatore, infatti, sarà riconfermato. Resta invece aperta la partita per il nome da candidare alla camera. Casella lasciata vuota da Maria Chiara Gadda, eletta in quota PD, ma passata in corsa con Renzi e Italia viva. Un passaggio che, per come stanno i numeri, non gioca a favore della parlamentare di Fagnano Olona che a questo terzo giro potrebbe non staccare il biglietto per Roma.

Italia c’è, Librandi pure e Farioli anche

La nuova creatura politica di Gianfranco Librandi è tutta da pesare. Ma i bookmaker dicono che il deputato di Saronno non dovrebbe avere problemi per la riconferma. Quel che desta curiosità sono gli altri nomi sul tavolo pronti a essere messi in lista. E tra questi ci sono Annalisa Renoldi, fedelissima del “Libra” e Gigi Farioli, candidato sindaco all’ultima sfida elettorale bustocca e di recente passato tra le fila di Italia c’è.

Gli altri

A Varese forse potrebbe non esserci Gianluigi Paragone. Il fondatore di Italexit potrebbe infatti scegliere di misurarsi sulla piazza di Milano. Non è poi chiaro cosa intendano fare i Cinque stelle. I grillini, infatti, dopo aver subito la scissione guidata da Di Maio, devono fare i conti con i “draghiani” e tra questi c’è anche il luinese Nicolò Invidia. Per Azione invece si fanno i nomi di Angelo Senaldi e di Andrea Zanotti.