Il sindaco di Varese Galimberti: «Moratti, prima un passo indietro. Poi ne parliamo»

Galimberti festa

VARESE – «Possiamo vincere e governare la Regione Lombardia. Abbiamo un’occasione irripetibile ed è per questo motivo che ho sottoscritto il documento dei sindaci del Pd». C’è anche la firma del sindaco di Varese Davide Galimberti in calce al documento in cui si chiede prima un passo indietro a Letizia Moratti e poi si dà la disponibilità ad aprire un dialogo per arrivare a un candidato condiviso.

Un passo indietro, ma niente chiusura

Davide Galimberti a Varese ha vinto due volte sfruttando al massimo le potenzialità del campo largo. «Anzi, larghissimo», ebbe modo di dire nell’ultima campagna elettorale, quella del bis a Palazzo Estense. Ed è partendo da questo punto di vista «e dal momento di debolezza del centrodestra», che il primo cittadino vede nelle prossime elezioni regionali «un’occasione irripetibile per vincere e governare la Lombardia».

Certo la sua visione (vincente ma non unica, poiché in altre realtà in cui il Pd è il king maker di alleanze allargate) in questo momento di grande dibattito interno non è quella di tutto il Pd. E il documento dei sindaci capoluogo (che qualcuno dice essere ormai superato dall’evoluzione degli eventi), che arriva quasi in contemporanea al lancio delle primarie per avere un candidato (condiviso) ma di bandiera, assume quasi i contorni di un “alert”. Insomma un invito a riflettere sul percorso da intraprendere e a farlo subito poiché i tempi (se davvero si andrà al voto nella prima quindicina di febbraio 2023) sono strettissimi.

E tra i sindaci che “chiudono da un lato, ma aprono altre prospettive – da sondare – dall’altro) c’è anche Galimberti. «C’è la possibilità di dare un cambio a Regione Lombardia. I segnali sono evidenti anche fuori dai tradizionali confini del centrosinistra. Quindi l’appello va nella direzione di cercare di rimettere tutti coloro che vogliono questa svolta attorno a un tavolo».

Campo largo per vincere

Campo largo. Anzi larghissimo. «Applichiamo lo stesso metodo che ha permesso alle forze progressiste di amministrare bene città e territori in Lombardia e non solo – ha detto il sindaco di Varese – La ricetta è molto semplice: dobbiamo proporre un’alternativa credibile e vincente». E che potrebbe avere come candidato Letizia Moratti? «Che deve avere come candidato quello che verrà condiviso dal percorso comune».

A Varese Pd contrario alle primarie “lampo”

A sostegno della posizione del sindaco c’è anche il Pd varesino che con il segretario cittadino Luca Carignola (tra l’altro possibile candidato alle regionali) dice stop alle primarie “lampo” e chiede un percorso condiviso e di confronto con tutte le forze che vogliono essere alternative al centrodestra. Con un Partito democratico che sappia essere “king maker” nella formazione di un’alleanza ampia.

Prima ancora che come membri di segreteria – si legge nella nota ufficiale – come semplici elettori stiamo seguendo con apprensione la preparazione delle elezioni regionali. Dopo la pesante sconfitta alle elezioni politiche e i disastri di Fontana è forte e diffusa la voglia di riscatto e di voltare pagina. Abbiamo profondo rispetto dei nostri organismi regionali, ma siamo nettamente contrari all’indizione delle elezioni primarie una settimana prima di Natale per individuare il candidato presidente. 

Mentre le elezioni si avvicinano e gli altri candidati saranno già in piena campagna elettorale, noi dovremmo dividerci tra noi ancora per un lungo tempo, discutendo non si sa bene su quali piattaforme, forse (ma non è detto) alternative tra loro: una cosa fuori dalla realtà. Il Lazio dimostra che è possibile presentare agli elettori un candidato sostenuto da una coalizione più larga rispetto a quella del 25 settembre.

Come chiesto anche da diversi nostri sindaci, auspichiamo vivamente che il Pd eserciti la sua leadership e si faccia promotore di un tavolo di confronto con tutte le forze alternative a Fontana e alla destra, per discutere di cosa proporre agli elettori e concordando il metodo di scelta del candidato presidente, che dovrà essere comunque popolare e forte. Solo così la Lombardia potrà diventare contendibile.