Rebus Lombardia: Fontana smentisce il voto anticipato, ma Moratti resta in corsa

MILANO – «Dimissioni? Fake news. Questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione. Le istituzioni si rispettano e noi dobbiamo completare il nostro lavoro». Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha respinto in modo sdegnato ancora ieri, 22 luglio, la voce – circolata appena dopo lo scioglimento delle Camere e l’indizione delle elezioni politiche per il 25 settembre – secondo la quale si sarebbe ipotizzato di far cadere la giunta regionale per andare ad elezioni subito, accorpando le regionali alle politiche.

Ipotesi dimissioni: perché?

Al netto della smentita “tombale” di Fontana, tecnicamente ci sarebbe ancora tempo per mettere in atto un simile stratagemma, dato che i tempi di convocazione delle elezioni regionali, 45 giorni, sono più stretti di quelle “nazionali”. Il motivo? L’idea che votando già a settembre, lo stesso giorno delle politiche, il centrodestra potrebbe, da un lato, sfruttare l’effetto trascinamento dell’atteso “cappotto” dell’alleanza in Lombardia (mentre la prossima primavera c’è il rischio che l’astensionismo possa colpire soprattutto il centrodestra), e dall’altro mettere in difficoltà i rivali – centrosinistra, centro e Movimento Cinque Stelle – che ancora non hanno né stretto accordi né tantomeno individuato un candidato da contrapporre come competitor per Attilio Fontana.

Fontana favorito a settembre

Sarà poi davvero Fontana il candidato presidente del centrodestra? Se si votasse a breve – il ragionamento fatto in casa leghista – l’ex sindaco di Varese sarebbe anche più facile da blindare alla guida della Regione. Diversamente, se il 25 settembre succedesse quello che qualcuno teme, ovvero un drastico travaso di consensi dalla Lega a Fratelli d’Italia anche in Lombardia, come si è già intravisto alle ultime amministrative, puntare i piedi per un Fontana-bis potrebbe diventare sempre più complicato. E i giochi potrebbero riaprirsi.

Letizia alle calcagna

Nel frattempo Letizia Moratti, che per ora appare come l’unica vera competitor di Attilio Fontana, non sembra avere alcuna intenzione di riporre le sue ambizioni per una corsa al ruolo di presidente di Regione Lombardia. Dopo aver “marcato a uomo” il governatore fino a casa sua, partecipando all’happening per il ritorno alla balneabilità del Lago di Varese, la crisi di governo ha dato ulteriormente modo di marcare la differenza tra Fontana e Moratti, con il primo a seguire da buon “soldato” la linea ufficiale della Lega e la seconda a smarcarsi esprimendo preoccupazione per la chiusura dell’esperienza Draghi con toni decisamente più vicini a quelli delle dissidenti Gelmini e Carfagna che non del leader azzurro Silvio Berlusconi.

Il quadro nazionale

Sullo sfondo restano le voci di apprezzamento di Giorgia Meloni per la Moratti, oltre ad una strisciante ostilità tra Lega e Fratelli d’Italia confermata anche dall’annunciato vertice Meloni-Berlusconi prima ancora di quello di tutto il centrodestra in vista della campagna elettorale nazionale. Oltretutto è ancora da risolvere la partita delle elezioni regionali in Sicilia, dove l’uscente Nello Musumeci potrebbe essere rimpiazzato da un altro “meloniano” (l’eurodeputato Raffaele Stancanelli), smentendo così la “regola degli uscenti”. Ed è una partita che FdI – soprattutto a livello nazionale e negli interventi della stessa leader – ha sempre legato a quella lombarda.

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