Caso Moratti, ora Salvini e Giorgetti fanno muro su Fontana: «Candidato naturale»

MILANO – Vertice leghista tra Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Fabrizio Cecchetti e Attilio Fontana nel pomeriggio di oggi, 27 giugno, a Palazzo Lombardia. Confermato l’attuale governatore come «il candidato naturale» per le elezioni regionali del 2023, in risposta alle ambizioni esternate da Letizia Moratti. «Io ho già sciolto la riserva e ho già detto che sono disponibile – aveva affermato qualche ora prima il presidente Fontana a margine del convegno Salute-Direzione Nord alle Stelline – credo sia solo una questione di incontro dei rappresentanti del centrodestra e di decisione sulla persona che verrà candidata».

La Lega conferma Fontana

«Fontana è il candidato naturale, così come già confermato dagli altri leader della coalizione» mette le mani avanti in una nota il segretario “nazionale” della Lega Lombardia Fabrizio Cecchetti. «La Lega, forte di 235 sindaci, duemila amministratori locali e 10mila militanti in tutta la regione, ha confermato la volontà di preservare l’unità del centrodestra e ha sottolineato l’orgoglio per l’ottimo lavoro fatto negli ultimi anni nonostante drammatiche difficoltà». Cecchetti annuncia per «settimana prossima» il punto con consiglieri regionali, assessori e lo stesso presidente Fontana «per individuare i prossimi obiettivi a partire da sanità, trasporti e lavoro».

Santanchè ferma sugli uscenti

Il caso Moratti sta scuotendo il centrodestra, a maggior ragione alla luce dei risultati dei ballottaggi. Se la presidente del gruppo misto Viviana Beccalossi chiede di «annunciare quanto prima la candidatura di Fontana», sembra allontanare l’ipotesi di un cambio di candidato Daniela Santanché, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia. Che all’agenzia “Dire” dichiara: «Abbiamo sempre detto che gli uscenti andavano confermati, gli alleati nei nostri confronti non sono sempre stati così ma noi per adesso abbiamo sempre tenuto fede a questo criterio. In Lombardia il candidato uscente è Fontana, Salvini ha detto che il candidato è Fontana e lì siamo rimasti. Se Salvini vuole un altro candidato ne parleranno i leader, ma per me nulla è cambiato». Ma tra Lega e FdI si registrano tensioni dopo la disfatta di Verona: le accuse di Salvini al candidato dei “Fratelli” Federico Sboarina hanno irritato Giorgia Meloni, che parla di «polemica continua da parte degli alleati».

Fontana: «Io disponibile»

«Mi è sembrata una mossa un po’ strana, mi sembra però che già in precedenza la vicepresidente avesse offerto la propria candidatura, dunque me l’aspettavo» le dichiarazioni di Attilio Fontana sull’uscita a sorpresa della sua vice Letizia Moratti. A chi gli ha chiesto se ci è rimasto male, il governatore ha risposto secco: «Non rimango mai male di fronte a niente, salvo quando perde il Milan». Poi ha confermato la sua disponibilità per il bis, lasciata alla decisione della coalizione, e ha ribadito che «l’importante è che il centrodestra resti unito, l’unico valore da cui non si può prescindere».

Moratti: «Decidono i partiti»

A breve distanza, sempre allo stesso convegno, Letizia Moratti aveva ribadito di essere «a disposizione del centrodestra. Saranno i partiti a decidere». Affermando anche di essere disponibile ad incontrare il leader leghista Matteo Salvini: «Certamente sì, io ho solo chiarito la mia posizione». Ma confermando la sua linea e il suo progetto, che sarebbe quello di allargare la base di consenso della coalizione: «Credo che per quanto riguarda il centrodestra sarebbe importante riuscire a parlare a un elettorato più ampio di quello che è l’elettorato normale».

PD all’attacco

La situazione del centrodestra finisce nel mirino del PD lombardo: «In Regione siamo arrivati al punto che la vicepresidente Moratti dichiara esplicitamente la sua sfiducia nei confronti del presidente Fontana, in un ribaltamento di ruoli che non si era mai visto – afferma il capogruppo Dem al Pirellone Fabio Pizzul – e Fontana, da parte sua, è costretto a dire che il suo nome sarà valutato insieme ad altri, come se l’essere il presidente in carica non valesse nulla per poter essere ricandidato alle regionali 2023 o come se fosse consapevole di un giudizio non positivo sul proprio operato».

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