In Lombardia il coronavirus non si ferma: 1820 contagiati, 73 morti e 250 guariti

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MILANO – Non frena la sua corsa il coronavirus in Lombardia: in un giorno altri 300 nuovi contagiati e ben 18 decessi. Lo ha rivelato nella consueta conferenza stampa a Palazzo Lombardia l’assessore al welfare Giulio Gallera, mentre il bilancio nazionale del commissario all’emergenza Angelo Borrelli supera i 3000 contagiati e il governo corre ai ripari con un nuovo giro di vite sulle scuole e sulle manifestazioni pubbliche, stavolta allargato dalle regioni della ex “zona gialla” a tutto il territorio nazionale.

I numeri del contagio

Nel giorno in cui il ministro della salute Roberto Speranza è stato in Lombardia per incontrare il governatore Attilio Fontana e l’unità di crisi che sta affrontando l’emergenza, il bilancio del contagio non accenna a fornire numeri rassicuranti. Con 300 nuovi casi positivi, di cui 42 ricoverati in terapia intensiva, e 18 decessi, la curva della diffusione del virus non dà segni di rallentamento, alla vigilia delle due settimane dalla scoperta del “paziente uno” a Codogno (il 38enne manager lodigiano è ancora «intubato ma stabile» al San Matteo di Pavia, mentre è stata dimessa dal Sacco la moglie incinta). A riferire i dati complessivi è l’assessore al welfare Giulio Gallera: 1820 casi positivi al coronavirus (su oltre 12mila tamponi effettuati), di cui 877 ricoverati in ospedale e 209 in terapia intensiva, mentre sono 411 gli isolamenti domiciliari e 250 – «un numero importante» per Gallera – i pazienti guariti e dimessi dagli ospedali. Sono saliti nel frattempo a 11 i casi positivi in provincia di Varese.

Le risposte di Regione Lombardia

Se il contagio continua ad allargarsi, è un problema soprattutto per il sistema sanitario. La Regione continua a ricavare nuovi posti letto nei reparti di rianimazione («ne abbiamo 827 e altri 50 si aggiungeranno nei prossimi 5 o 6 giorni» annuncia l’assessore), anche per rispondere alla richiesta del governo di aumentare del 50% i posti letto in terapia intensiva e del 100% nelle pneumologie. «Ma serve personale e spazi» sottolinea Gallera. In Lombardia si lavora, da un lato, sull’acquisto dei respiratori portatili C-PAP (con cui «i letti di risveglio diventano letti di terapia intensiva»), dall’altro sul reclutamento. «Abbiamo stimato di aver bisogno di 500 medici tra anestesisti e intensivisti e 1000 infermieri qualificati» rivela l’assessore, che ha chiesto al ministro Speranza «flessibilità e incentivi economici», perché le risorse stanziate dalla giunta lombarda nei giorni scorsi bastano per 100 medici e 200 infermieri.

Il nuovo decreto del governo

Ma per frenare la diffusione del virus sono decisive le misure restrittive che il governo ha varato con il nuovo Decreto della Presidenza del consiglio dei ministri di oggi, 4 marzo. A partire dalla conferma della sospensione delle lezioni nelle scuole e nelle università fino al 15 marzo, per la quale la Lombardia ha avanzato al governo «la richiesta specifica per consentire ad almeno uno dei due genitori di potere accudire i propri bambini», nella forma del congedo parentale. Per passare allo stop alle manifestazioni (con lo sport a porte chiuse) che dalla Lombardia si allarga in tutta Italia. E poi si punta sulla sensibilizzazione dei cittadini. Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana parla della «necessità di comunicazioni importanti per convincere i cittadini a mantenere comportamenti necessari» ad evitare la diffusione del contagio. Dagli anziani che dovrebbero avere «una vita più ritirata», all’evitare assembramenti, fino a mantenere la distanza di un metro ed evitare «saluti, baci e abbracci».

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