In un anno in Lombardia consumato suolo pari a 800 campi di calcio

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MILANO – Non c’è, purtroppo, solo il dramma del Coronavirus. In un anno in Lombardia si è persa una superficie di terreno pari a oltre 800 campi di calcio, con il risultato che il suolo consumato è ormai pari al 13% del totale del territorio regionale. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati dell’ultimo rapporto Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in occasione del cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della Terra dello scorso 22 aprile, celebrata quest’anno in piena emergenza Covid-19 che ha fatto emergere la centralità dell’agricoltura per garantire le forniture alimentari alla popolazione.

La pandemia da Coronavirus sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori – sottolinea la Coldiretti, in una nota – con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi, diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali. L’emergenza ha ribaltato la geografia del valore della terra – evidenzia l’associazione – con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare.

Nonostante una storica sottovalutazione dell’importanza del settore, l’Italia – osserva la Coldiretti – può contare su un’agricoltura che è la più green in Ue e che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi e per la leadership nei prodotti di qualità. In Lombardia, in particolare, ci sono oltre 300 specialità enogastronomiche riconosciute e certificate (20 Dop, 14 Igp , 41 vini a denominazione e 264 eccellenze agroalimentari tradizionali), più di tremila operatori del biologico e oltre tremila aziende agricole giovani under 35.

A livello nazionale “solo il 7% delle emissioni di gas serra arrivano dall’agricoltura, mentre l’industria con il 44,7% e i trasporti con il 24,5% sono di gran lunga i maggiori responsabili dell’inquinamento da gas ad effetto serra secondo l’analisi dell’Ispra”. Per quanto riguarda la presenza di polveri sottili nell’aria il 55,2% deriva dalle emissioni da riscaldamento “ il 15,1% da quelle dei gas di scarico dei trasporti, per il 12,7% da industria e processi industriali e solo per l’11,8% riguardano suoli agricoli e allevamento”. Nel dettaglio dei singoli inquinanti che influiscono sulla qualità dell’aria per gli ossidi di azoto la principale responsabilità cade sui trasporti, per l’anidride solforosa sull’industria, per i composti organici volatili sull’uso di solventi chimici e solo per l’ammonica dall’allevamento.

L’agricoltura italiana – viene rilevato  – è dunque tra le più sostenibili con 30 milioni di tonnellate di CO2, anidride carbonica, equivalenti in Italia, contro i 76 milioni di tonnellate della Francia, i 66 milioni di tonnellate della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna.

Per la Coldiretti, è necessaria una decisa inversione di tendenza per valorizzare il patrimonio agroalimentare nazionale e fermare il consumo di suolo in Italia per assicurare al Paese la sovranità alimentare in un momento in cui si assiste ad una preoccupante frenata degli scambi internazionali e all’emergere di nuovi protezionismi e guerre commerciali.

In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’allarme globale provocato dal Coronavirus che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. L’emergenza Covid 19  ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali “è necessario intervenire con il piano Marshall proposto dalla  Coldiretti per l’agroalimentare che ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità, in un momento in cui la terra è diventata la nuova frontiera per le nuove generazioni come dimostra la campagna #miprendocuradite lanciata dai giovani dell’associazione proprio per i 50 anni della Giornata della Terra”.

E’ chiaro che bisogna tornare ai fondamentali dell’economia, al settore di produzione primario ottenendo autonomia, qualità e garanzia dell’alimentazione e una politica ambientale essenziale per mantenere sempre bello il nostro Paese. Sì, la bellezza anche contro l’orrore delle morti per la pandemia.

Angela Bruno

lombardia suolo bruno – MALPENSA24