Inaugurata nella sala Varese Vive la mostra fotografica su don Giussani

VARESE – E’ stata inaugurata oggi (giovedì 1 dicembre) la mostra multimediale su don Giussani, il secondo appuntamento in città che celebra il centenario della nascita del fondatore di Comunione e Liberazione. E proprio in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione nella sala di Varese vive, ospitiamo su Malpensa 24 il contributo di Nicola Sabatini, presidente Centro Culturale Massimiliano Kolbe di Varese.

Nuovi percorsi di conoscenza

La celebrazione del centenario della nascita di don Giussani si sta rivelando molto di più di un semplice ricordo: sta diventando l’occasione per provare a scoprire l’attualità e l’originalità della sua figura, attraverso i numerosi incontri ed eventi realizzati in tutta Italia e nel mondo, che aprono momenti di dialogo e riflessione sui tanti aspetti toccati dal pensiero e dall’opera del prete brianzolo.

Quello che sta accadendo è particolarmente interessante e in qualche modo sorprendente, soprattutto se pensiamo a certe resistenze e incomprensioni di cui la vita e l’opera di Don Giussani sono state oggetto in passato. Persone anche provenienti da storie molto diverse, o in passato lontane dalle intuizioni e dagli accenti giussaniani, aprono percorsi nuovi di conoscenza che vengono riconosciuti come positivi per tutti, al di là delle storie e delle appartenenze particolari.

Il riconoscimento più grande è stato sicuramente l’intervento di Papa Francesco il 15 ottobre passato, in una Piazza San Pietro gremita di più di 50.000 aderenti al movimento di CL: “Don Giussani è stato padre e maestro, è stato servitore di tutte le inquietudini e le situazioni umane che andava incontrando nella sua passione educativa e missionaria. La Chiesa riconosce la sua genialità pedagogica e teologica, dispiegata a partire da un carisma che gli è stato dato dallo Spirito Santo per l’“utilità comune”.

Il Papa ha voluto sottolineare uno dei tratti caratteristici e conosciuti di Don Giussani, che è stato grande educatore e teologo: il suo essere sempre stato in ascolto e in dialogo con la persona nella sua dimensione profonda, proprio a partire dall’esperienza di pienezza che la fede in Cristo e l’appartenenza alla Chiesa gli donava e che generava in lui una irriducibile passione per il destino dell’altro.

Ma le parole del Papa spingono lo sguardo più in là: il carisma donato a Don Giussani è per l’ “utilità comune”. Questo implica che la vita, il pensiero, l’opera di Don Giussani è qualcosa da cui chiunque può trarre indicazioni buone per la sua vita, dentro e fuori la Chiesa. Questa eredità viva merita di essere accolta e approfondita e tutti possono contribuire a questo cammino di conoscenza. E -vista la ricchezza della personalità Don Giussani- è facile prevedere che la strada sarà ancora lunga. 

Per questo, a Varese, dopo aver approfondito il pensiero teologico e sociale di don Giussani con due incontri realizzati a giugno, come Centro Culturale Massimiliano Kolbe, insieme a tanti amici aderenti al movimento di CL e uno più recente, il 28 novembre, al Teatro Apollonio, da ieri (giovedì 1 dicembre) fino al 4 dicembre sarà allestita presso la sala Varese Vive in via San Francesco a Varese, la mostra multimediale a lui dedicata e presentata allo scorso Meeting di Rimini. 

Due momenti pubblici e liberi, per una possibilità di incontro con una figura ancora oggi capace di provocare le dimensioni più profonde della persona: quelle che hanno a che fare con il suo destino.   Due appuntamenti per riscoprire, attraverso la forza di un testimone eccezionale, quanto la dimensione della fede sia pertinente alle esigenze della vita.

Nicola Sabatini

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