Bianchi: «Con me un vicesindaco donna e moderata». Assist per la ciellina Guffanti

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VARESE – Matteo Bianchi apre la campagna del ballottaggio con il botto: «Il mio vicesindaco sarà una donna. Non della Lega, ma di una lista della nostra coalizione, che ha dimostrato di essere un catalizzatore di voti quasi al pari della Lega». Il nome non lo fa, ma l’identikit è quello di Daniela Guffanti, candidata con Varese con Bianchi Sindaco, 265 preferenze personali e punto riferimento di Noi con l’Italia di Raffaele Cattaneo e del mondo di Comunione e liberazione.

Cambio di passo

E’ un Matteo Bianchi cazzuto quello che si presenta nella sezione del Garibaldino (oggi, giovedì 7 ottobre), dove ha convocato i militanti per tirare le fila dopo il primo turno e caricarli a dovere per lo show down del ballottaggio. Il candidato sindaco leghista moderato, perché così ha ribadito di essere, ha però cambiato passo e tono dei messaggi. «Perché – dice – quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare».

Scacco al centro

E la scelta di annunciare l’identikit del vicesindaco sindaco proveniente dal mondo moderato, e in particolare ciellino, è la risposta alla scelta (che per ora è solo nell’aria) di Davide Galimberti di puntare su Guido Bonoldi (moderato e ciellino) come possibile assessore in giunta. Perché uno degli snodi di queste elezioni è proprio il flusso di voti afferenti al mondo cattolico. Che Bianchi sa di poter perdere, o comunque di non avere in maniera massiccia e decisiva. Il primo turno, tra le righe e i numeri, ha detto proprio questo. E i mille voti in più di preferenza personale che Galimberti ha incassato rispetto alla somma dei voti di coalizione sono lì a dire proprio questo.

«Io garanzia dei moderati di centrodestra»

E che la battaglia sta quasi tutta lì lo dimostrano anche le successive dichiarazioni di Bianchi: «Galimberti è il sindaco di Enrico Letta e dei Cinque Stelle. Le tasse e il reddito di cittadinanza sono i suoi valori di riferimento. Inoltre credo che la mia figura sia una garanzia anche per l’elettorato moderato. Anzi, chi mi osserva da posizioni più radicali, mi critica e chiede toni più diretti. Il voto centrista non ha nulla da temere con il sottoscritto».

Apertura con vista su Zanzi

Insomma Bianchi riapre al centro. Ma non solo. «Ho incontrato Daniele Zanzi, il quale mi ha confermato la libertà di voto dei suoi. Ma mi ha anche detto che loro con il centrosinistra hanno già dato. Oltre ad aver confermato il suo apprezzamento nei miei confronti. Al leader di Varese 2.0 poi ho detto che da parte mia ci sarà massima apertura sui temi».

Gli scagnozzi di Galimberti

«Voglio fare il sindaco – dice in sostanza – i gli scagnozzi di Galimberti che vanno in giro a dire che preferisco stare a Roma piuttosto che a Varese lo fanno per frustrazione e perché non mi conoscono. Ho sempre detto che quella del sindaco è l’esperienza più bella per chi fa politica. E chi fa politica come me, e crede nei valori e non nell’aspetto economico, sa che quella del primo cittadino è una dimensione che va oltre l’apparenza al proprio partito».

Voti disgiunti, voti “in libera uscita” e Lega in sofferenza

Durante la conferenza stampa erano presenti anche il segretario provinciale Stefano Gualandris e il commissario cittadino Cristiano Angioy. Ed è con loro che sono stati affrontati i temi di dibattito politico attorno ai quali il centrodestra sta cercando di porre rimedio.

Il primo, piuttosto pesante, è la questione del voto disgiunto e di quello “in libera uscita” dalla coalizione a vantaggio di Galimberti. Nessuno lo dice in maniera ufficiale, gli indizi (e i sussurri) portano tutti nell’area moderata e di Comunione e liberazione. Fuori dai denti: figure come Guido Bonoldi e Nicoletta San Martino (ma non solo) che si sono candidati con Galimberti hanno preso voti (parecchi) e creato uno scossone in quel mondo.

Amplificato dai risultati sotto le attese di Fratelli d’Italia (soprattutto) e Lega. E se dei Fratelli in casa Carroccio non si parla, del deludente 14 per cento della Lega sì. «E’ vero – dice Gualandris – qui a Varese non siamo stati efficaci come a Busto e Gallarate. Abbiamo pagato la ricerca del candidato sindaco. In quelle settimane non abbiamo dato agli elettori la giusta sensazione. Ma siamo sempre il primo partito della coalizione. E se fossi Galimberti non dormirei sonni tranquilli. Nella sua coalizione ci sono liste civiche che hanno fatto un buon risultati. Ma quell’elettorato non è scontato che vada a votare. Noi invece possiamo contare sul voto militante e di preferenza».

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Appello contro l’astensionismo

Più tagliente Angioy: «Con Matteo Bianchi abbiamo recuperato tantissimo terreno e siamo arrivati al ballottaggio con 1.000 voti di distacco. Non sono tantissimi. E se penso che qui a Varese il PD è il primo partito, provo terrore».

E Bianchi chiude: «Ai varesino dico di andare a votare. L’astensionismo nuoce alla democrazia, al bene della città e al centrodestra. Stare a casa vuol dire alimentare i piccoli gruppi di potere che non fanno bene a Varese. La nostra coalizione ha margini di crescita. Dall’altra parte hanno raschiato il fondo del barile. Io fossi un candidato di una lista che fagocitata e strumentalizzata dal Pd, come lo sono state le liste civiche del sindaco, avrei qualche remora nel rivotare Galimberti».