Industria dell’Alto Milanese in stallo: «Pesa l’incertezza, serve un rinnovamento della formazione»

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LEGNANO – Produzione e fatturato stabili, con un calo delle commesse dal mercato interno. Nel 2019 le aziende che hanno visto ridurre i ricavi sono state poco più di quelle con un aumento (37% contro il 34%), mentre le attese per il 2020 sono improntate alla prudenza. Non sorride l’industria dell’Alto Milanese in base all’indagine congiunturale per il quarto trimestre 2019 svolta da Confindustria, che conta sul territorio 420 soci, più di 15.000 addetti e un fatturato complessivo (dato del 2018) intorno a 5,2 miliardi di euro, di cui oltre 2 frutto delle esportazioni in tutto il mondo. «Una situazione con luci e ombre – sintetizza il presidente di Confindustria Alto Milanese, Diego Rossetti – che ci spinge ad affrontare il mercato con nuovi strumenti, legati alla comunicazione e alla formazione».

Rossetti: «Luci e ombre nei vari comparti»

Analizzando i singoli comparti, moda e calzaturiero tengono, plastico e chimico mostrano qualche progresso che spinge a un «un moderatissimo ottimismo», mentre il meccanico ha registrato un calo per livelli di produzione, fatturato e ordini rispetto alla rilevazione precedente. «La situazione della Tosi ha trovato una stabilità dopo varie incertezze – rileva Rossetti – ma resta un’azienda piccola e si sono perse delle opportunità a vantaggio di altre zone, forse anche per la mancanza di un’Amministrazione locale con pieno poteri. Le aste deserte per l’ex Manifattura e le altre aree dismesse? Non mi stupiscono, quelle aree non sono attrattive». Tuttavia, a detta di Rossetti, «siamo molto meglio di quello che si pensa e possiamo dare molte opportunità al territorio. Certo, pesano la burocrazia e soprattutto l’incertezza: come si fa a pianificare nel tempo se non si è sicuri di nulla, dal governo ai dazi alla congiuntura internazionale? È questo che frena qualunque investimento, iniziativa e scommessa sul futuro».

Pontani: «L’imprenditorialità resta nel DNA del nostro territorio»

legnano confindustria altomilanese economia pontani rossettiAppena più ottimista il direttore della Confindustria locale, Andrea Pontani (nella foto sopra, a sinistra, con Rossetti) che osserva come «negli ultimi anni l’Alto Milanese ha visto un incremento di imprese, con un saldo sempre positivo tra avviamenti e cessazioni. La natalità è un dato consolidato e la propensione alla imprenditorialità è un po’ nel DNA di questo territorio. Altro elemento positivo: negli ultimi anni il settore manifatturiero presenta un saldo positivo anche per l’occupazione, seppure modesto, tra assunzioni da un lato ed esuberi e cessazioni dall’altro». Rossetti sottolinea i cambiamenti in atto: «Siamo ormai abituati a comprare certi prodotti solo su internet, lavoro da 40 anni e non ho mai visto un cambiamento del genere, che impatta sulle vendite ma anche sulla produzione, sui rapporti con i clienti, sul personale e l’organizzazione delle aziende».

Obiettivo, un nuovo polo didattico a stretto contatto con le aziende

Il futuro passa da una riforma della scuola. E qui Rossetti e Pontani tirano fuori l’asso dalla manica. «La nostra idea – annunciano – è affiancare al sistema scolastico tradizionale una nostra “scuola” che collabori strettamente con quelle esistenti e con le imprese per allineare di più la formazione alle effettive necessità delle aziende. Esiste un gigantesco problema culturale sull’approccio all’istruzione tecnica, vissuta di serie B: vogliamo contribuirla ad elevarla, investendo il nostro patrimonio e forti della piena condivisione di tutti gli imprenditori». Il modello è il polo didattico sulle nuove tecnologie inaugurato nel 2019 a Fornovo, in Emilia, con laboratori e attrezzature orientate alla meccatronica per la parte pratica e un indirizzo gestionale per quella teorica, utile anche per corsi di formazione e aggiornamento per i dipendenti delle imprese. Dai primi incontri con l’Istituto tecnico Bernocchi e con la LIUC di Castellanza nascerà un comitato tecnico-scientifico per adattare i programmi di studio alle esigenze delle aziende. «Un investimento notevole – chiosa Rossetti – vorrei lasciare la mia presidenza con questa struttura avviata».

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