L’industria varesina regge. Univa: «Merito delle imprese, non del Governo»

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VARESE – Occorre «un deciso cambio di marcia nelle politiche industriali da parte del Governo», perché «è evidente che i pur deboli segnali di miglioramento dell’economia sono merito del lavoro delle imprese, e non delle sue decisioni». È questo il commento di Riccardo Comerio, presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese, alla luce dei dati dell’indagine congiunturale sul primo trimestre 2019 e diffusi oggi, martedì 21 maggio. Hanno mostrato un’apertura d’anno all’insegna della stabilità, con l’industria varesina in moderato recupero. Ma manca la fiducia.

Un clima di stallo

Quella dell’industria varesina, rispetto al precedente trimestre, è un’apertura d’anno all’insegna di un moderato recupero, senza però grandi aspettative per il futuro da parte degli imprenditori. I dati contenuti nell’indagine congiunturale, riferiti ai primi tre mesi del 2019, elaborati dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali della Provincia di Varese, evidenziano un clima di sostanziale stallo dell’economia varesina.
Si intravede qualche misurato segnale di miglioramento, come ad esempio il grado di utilizzo degli impianti da parte delle imprese che, rispetto al precedente trimestre, è salito dal 78,7% all’attuale 82,6%. Per quanto riguarda la produzione, il saldo delle risposte (pari alla differenza tra la percentuale di imprese in miglioramento congiunturale e quelle in peggioramento) è del 10,3%, mentre il saldo degli ordini complessivi è del 17.9% e quello degli ordini esteri del 23,9%.
Le aspettative a breve degli imprenditori sono orientate alla stabilità: il 79,1% prevede una produzione stabile e solo l’8.6% un incremento. Stessa situazione anche sul fronte degli ordini complessivi e di quelli esteri, dove la percentuale di coloro che prevedono stabilità è del 53,4%. La situazione di incertezza economica e politica che il Paese sta vivendo si ripercuote inevitabilmente sul clima di scarsa fiducia manifestato dalle aziende della provincia di Varese e fotografato dall’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi.
Da notare che i primi segnali di recupero dell’industria varesina non sono omogenei, ma concentrati soltanto in alcuni comparti, grazie soprattutto ad un andamento positivo del portafoglio ordini; il 32,3% delle imprese intervistate ha infatti segnalato una crescita, il 53,2% di essere in linea, mentre il 14,5% una riduzione.
A questo proposito l’Ufficio Studi ha pubblicato una versione digitale, interattiva e facilmente navigabile dell’indagine congiunturale, che permette di accedere liberamente a dati e statistiche relativi alla situazione dell’economia varesina, compresi quelli dei singoli settori produttivi.

Per il settore moda peggiora il portafoglio ordini

Nel settore metalmeccanico, rispetto alla rilevazione precedente, si nota un mantenimento dei livelli produttivi e degli ordinativi; le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi sono però decisamente orientate, anche in questo caso, alla stabilità. La gomma plastica apre il 2019 con un miglioramento rispetto al risultato negativo registrato dalla produzione dello scorso trimestre; il portafoglio ordini è positivo e si riflette su questo risultato. Il comparto chimico farmaceutico mantiene positivi i livelli produttivi rispetto al trimestre precedente; a fare da traino, l’andamento degli ordinativi. Anche le imprese attive in questo settore vedono i prossimi mesi all’insegna della stabilità. Non è positiva invece, la situazione del settore moda, che mostra un andamento congiunturale della produzione ancora debole per il primo trimestre del 2019; un risultato legato ad un peggioramento del portafoglio degli ordini, soprattutto di quelli interni. Le imprese non si aspettano un’evoluzione positiva nel breve periodo.
Come ha commentato Riccardo Comerio, presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese, «i numeri dell’indagine congiunturale mostrano una sostanziale situazione di stallo dell’economia varesina nel primo trimestre dell’anno. Non possiamo parlare certamente di un andamento entusiasmante, anche se nel complesso il quadro che emerge non è così negativo come potevamo attenderci. Ci vuole un cambio di marcia nel campo delle politiche industriali, con un decreto crescita decisamente di altro tenore rispetto a quello emanato dal Governo, che quindi non si limiti a titoli a effetto e alle briciole, ma metta davvero risorse a disposizione delle imprese e del sistema produttivo. È evidente che i pur deboli segnali di miglioramento dell’economia sono merito del lavoro delle imprese, e non delle politiche del Governo».

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