Emergenza e categorie fragili, “Insieme per Varese” sostiene quattro progetti

VARESE – Si chiamano “Legami che nutrono”, “MMG in prima linea”, “Gestione integrata dei bisogni”, “La spesa a casa tua” e si occupano di indigenti, anziani, malati e medici di medicina generale. Sono questi i quattro nuovi progetti che beneficeranno dei contributi di “Insieme per Varese”, fondo costituito su risorse di Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del Varesotto, nonché con quelle della raccolta #insiemexvarese: l’obiettivo è sostenere enti e associazioni del territorio che, per aiutare le persone delle categorie più fragili, si trovano a lavorare in condizioni di disagio a causa dell’emergenza coronavirus.

Ora è possibile donare online sul sito For Funding

La crisi sanitaria ha portato gravi conseguenze sul piano sociale ed economico, mettendo ancor più in difficoltà famiglie già vulnerabili e creando da un lato problemi a causa del fermo del lavoro, dall’altro situazioni di disagio a carattere relazionale. Sul sito della Fondazione Comunitaria del Varesotto sono disponibili le linee guida per l’utilizzo delle risorse e i video della campagna #insiemexvarese”; da ieri, lunedì 30 marzo, è possibile sostenerla, oltre che nelle modalità già annunciate, attraverso una donazione online sul sito For Funding, piattaforma del gruppo Intesa Sanpaolo. I nuovi progetti che saranno finanziati da “Insieme per Varese” appartengono alle cooperative Intrecci, Medici Insubria, B.Plano e alla fondazione Giulio Moroni.

Distribuzione alimentare gratuita

La cooperativa sociale Intrecci, con il progetto “Legami che nutrono” finanziato con oltre 16mila euro, permetterà all’Emporio della Solidarietà di Saronno di continuare le sue attività e potenziare i servizi offerti: mira innanzitutto ad accogliere nuove famiglie e acquistare ulteriori beni alimentari e di prima necessità; quindi a raccogliere i bisogni e informare sulle buone prassi; infine ad attivare spese a domicilio per categorie specifiche.
L’Emporio è un punto di distribuzione alimentare al dettaglio, completamente gratuito, dove le famiglie segnalate dai Centri di Ascolto del Decanato o dai Servizi sociali scelgono i prodotti a disposizione attraverso una tessera personale. L’approvvigionamento avviene con l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità a prezzi agevolati e la raccolta di donazioni da parte di volontari ed esercenti.
In seguito all’emergenza sanitaria Covid-19 sono emerse notevoli criticità; gli operatori di Intrecci hanno provveduto a organizzare le aperture e gli ingressi in modo da evitare assembramenti, in accordo con la rete Caritas e la fondazione “Casa di Marta” che ospita fisicamente il servizio.

Medici e pazienti protetti da 46mila mascherine

L’acquisto di mascherine chirurgiche da destinare ai medici di medicina generale è l’obiettivo del progetto “MMG in prima linea” della cooperativa Medici Insubria, costituita per aderire ai progetti regionali di presa in carico dei pazienti cronici nel territorio di Ats Insubria. La cooperativa, grazie anche al finanziamento di 10mila euro di Fondazione Comunitaria del Varesotto, ha acquistato 46mila mascherine chirurgiche da distribuire a titolo gratuito ai medici di medicina generale; non solo per uso personale, ma anche per i pazienti fragili che, per necessità di salute inderogabili, devono uscire dal proprio domicilio per le cure.
Come si legge nel progetto, “il medico di medicina generale è in prima linea e fino ad ora senza gli idonei mezzi di protezione individuale (Dpi), non forniti da Ats perché sprovvista e peraltro non reperibili sul mercato. Dopo questa prima fornitura siamo impegnati a reperire Dpi ad alta protezione Fpp2 e Fpp3 consapevoli da un lato che in questo momento la precedenza per le forniture è data agli ospedali, ma dall’altro che il MMG è il primo sanitario ad interagire con il paziente potenzialmente infetto con altissimo rischio di contagio”.

Prosegue in sicurezza l’assistenza agli anziani

La fondazione Giulio Moroni di Castellanza tramite il progetto “Gestione integrata dei bisogni: anche nell’emergenza Covid”, finanziato con oltre 9mila euro, potrà acquistare tutti quei presidi necessari per continuare a svolgere le proprie attività in sicurezza sia per gli operatori che per gli utenti, anziani particolarmente esposti al rischio di contagio.
“A causa dell’emergenza in atto alcuni servizi semiresidenziali sono stati convertiti in supporto domiciliare e proseguono, per utenti in stato di necessità, l’assistenza domiciliare integrata, il servizio di assistenza domiciliare (in accordo con i Servizi sociali) e la misura Rsa aperta in regime domiciliare con le dovute precauzioni e l’utilizzo di dispositivi Dpi di classe elevata (pur nell’estrema difficoltà nel reperirli) ai fini di tutela degli utenti fragili e degli operatori coinvolti”, riferisce il progetto. Sono state attuate precocemente rispetto alle disposizioni normative le misure di protezione e sanificazione, atte a prevenire la diffusione del virus, o a predisporre la struttura all’evenienza (purtroppo comunque ipotizzabile) di contagio; il progetto rafforza le azioni messe in campo preventivamente già dalla seconda metà di febbraio.

Un servizio di spesa a domicilio per ridurre la coda

In un momento in cui gli assembramenti sono vietati, e sono da evitare gli spostamenti da un Comune all’altro, nelle comunità in cui vi è solo un punto dove fare la spesa si creano delle situazioni nelle quali è difficile rispettare le regole. Come ad esempio a Vedano Olona, dove l’amministrazione comunale ha chiesto alla cooperativa sociale B.Plano di organizzare un servizio di spesa domiciliare, proprio per ridurre il numero elevato di clienti in coda davanti all’unico supermercato.
Con il progetto “La spesa a casa tua”, finanziato con 15mila euro, la cooperativa gestisce tutto il processo dalla comunicazione agli utenti alla raccolta degli ordini, dalla preparazione della spesa – grazie a squadre operative composte da tre persone organizzate in turni – fino alla consegna della spesa a domicilio. Il servizio si rivolge in particolare agli over 65, alle famiglie con disabili o anziani o più bambini piccoli a carico; la cooperativa stima di riuscire a evadere una media di circa trenta ordini al giorno.

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