Invece che una nuova biblioteca (in via Bottini) Gallarate avrà un mezzo museo

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Inutile che l’assessore Claudia Mazzetti scomodi il progetto della giunta Guenzani per il trasferimento della biblioteca in via Bottini: con un investimento di circa due milioni (questa era la cifra messa a base dell’appalto, che fu ritirato dal sindaco Cassani) avremmo avuto una biblioteca nuova, nobilitata da un bel giardino, adatta alle esigenze contemporanee. Le cifre astronomiche che continuano a essere tirate in ballo come giustificazione per avere eliminato un progetto valido come era quello di via Bottini, si riferiscono a possibili espansioni del progetto, accantonate perché ritenute non necessarie: del resto chiunque, prima di fare qualcosa, valuta fra diverse alternative. Ma un investimento vale per quello che renderà in futuro (non solo in termini economici, naturalmente): e mentre la Mazzetti e il sindaco Cassani ci spiegavano che il polo culturale nasceva per ragioni economiche, l’assessore Palazzi comunica che non ci sarebbero stati risparmi, che la sede della biblioteca di Piazza san Lorenzo sarebbe rimasta ad ospitare la maggior parte del patrimonio librario con conseguenti – al netto della propaganda – disfunzioni gestionali. Tutto questo per ottenere cosa?
Siamo stati al Maga con le piante allegate al progetto del polo culturale. E ribadisco quando affermato nel video: la sezione a scaffale aperto, contenente solo una frazione dei libri della biblioteca, sarà realizzato in uno stanzone rettangolare lungo e stretto, con un’unica finestra sul lato corto impallata, peraltro, dallo sviluppo della scala anti-incendio: una situazione adatta magari ad uno spazio espositivo, che permette un controllo completo sull’illuminazione delle opere.
Ma sarà lo stesso per una biblioteca? Ci ricorda la Mazzetti che i libri non hanno bisogno di luce naturale: ma ne hanno bisogno le persone, e una biblioteca è un luogo per le persone, prima di tutto. Questi spazi mancheranno di una delle qualità che rende piacevole abitare un luogo.
Ne vale la pena contando che il Maga dimezzerà di netto i propri spazi espositivi? Perché questo è ciò che accadrà. Delle quattro grandi sale a disposizione per le esposizioni, due saranno perse. Tenendo conto del fatto che una delle rimanenti ospita opere dalla collezione permanente del Maga, lo spazio operativo per mostre temporanee è ridotto ad un terzo. Sarebbe interessante capire quali siano questi spazi inutilizzati di cui parla l’assessore.

Anna Zambon
(consigliere comunale del Pd di Gallarate)

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