Annus horribilis

iseni anno horribilis editoriale

di Fabrizio Iseni

Niente sarà più come prima. Almeno per un bel po’ di tempo. Il covid lascerà un segno ben più profondo di quello che immaginiamo nella nostra società, nelle nostre economie, nel nostro modo di vivere, nella nostra mente e nei nostri ricordi. Di crisi, l’Occidente, ne ha subite molte nell’arco del Novecento. Basti pensare alla crisi energetica degli anni Settanta o a quella dei Subprime del 2007/2008. Ma nessuna di queste crisi ha inciso così profondamente sulle coscienze, sugli stili di vita, sulla forma mentis delle persone.

Il 2020 è stato un annus horribilis. Non solo per chi ha perso una persona cara o ha combattuto contro il Covid in ospedale, ma anche per chi ha visto evaporare gli sforzi di una vita in campo lavorativo e professionale, di chi ha perso il lavoro o la propria attività, di chi non ha più niente.

Il covid ha minato le nostre certezze, il nostro futuro.

iseni anno horribilis editoriale
Fabrizio Iseni

Il covid è tornato. Anzi, non è mai andato via. Solo che non ce ne eravamo accorti, presi – in estate – dall’euforia della libertà ritrovata. Ma ogni evento negativo, nella storia dell’umanità, ha sempre prodotto anche qualche piccolo frutto positivo. Il covid ha tolto il velo sulle nostre debolezze, a livello di organizzazione sociale, di sistema economico, di sistema politico, dandoci la possibilità di cambiare rotta, di chiudere le falle del sistema. Dopo la prima ondata, terminata a giugno, ci è stata data la possibilità di riorganizzarci da tutti i punti di vista (sanitario, gestionale, economico, sociale e così via) per affrontare una nuova (e quasi certa) escalation virale in autunno. Ma l’abbiamo sprecata, impegnati – come eravamo – ad organizzare aperitivi ed elezioni. E adesso ne paghiamo il prezzo. Probabilmente ci sarà data una seconda possibilità: questa volta facciamo in modo di non sprecarla.

iseni anno horribilis editoriale – MALPENSA24