Ispra, Ascom dice no al recupero dell’ex Camiceria Leva. «Chiediamo chiarezza»

ISPRAÈ negativo il giudizio di Confcommercio Ascom Varese in merito al progetto di recupero dell’ex Camiceria Leva di Ispra. «Troppi punti interrogativi, chiediamo chiarezza», dice l’associazione di categoria, secondo cui emergono contraddizioni su dimensioni dell’intervento, tempistica e destinazione del progetto di trasformazione del comparto.

Parere negativo

Confcommercio Ascom Varese era pronta a sedersi attorno a un tavolo con il sindaco e i dirigenti comunali per valutare una revisione di progetto di variante inerente l’ambito di trasformazione dell’ex Camiceria Leva. «La variante, così come presentata e come prevista dal progetto pubblicato sul sito dell’amministrazione, non può che essere rigettata – sottolineano da Ascom – questa la disponibilità offerta, non raccolta dall’amministrazione del sindaco Melissa De Santis, prima dell’adozione del piano di recupero avvenuta nei giorni scorsi in consiglio comunale». Nel parere a firma del presidente Giorgio Angelucci, assistito dalla commissione provinciale di Tutela sindacale composta dal vicepresidente di Ascom Antonio Besacchi, dall’architetto Giorgio De Wolf e dall’avvocato Antonio Chierichetti, vengono dettagliate le motivazioni di carattere tecnico-giuridico in base alle quali il giudizio di Ascom Varese circa l’ipotizzato intervento sull’area di via Fermi/via San Giovanni Bosco è negativo.

I numeri del progetto di recupero

Ascom ha effettuato una “radiografia” della delibera di giunta dello scorso 2 marzo ed entro i tempi stabiliti ha presentato il proprio parere. Il punto di partenza sono le previsioni inserite nel progetto, quello depositato in Comune e pubblicato: un fabbricato commerciale per media distribuzione di 3mila metri quadrati (di cui 1.500 di superficie di vendita) al quale si affianca un fabbricato destinato a commercio di vicinato di 400 metri quadrati (di cui 300 di superficie di vendita suddivisi in due distinte unità da 150 ciascuna); due fabbricati ad uso residenziale per un volume complessivo di 3.960 metri cubi; un edificio ad uso turistico-ricettivo per una superficie coperta di 1.400 metri quadrati per complessive 78 camere e 120 posti letto; la realizzazione di una nuova palestra (della Baragiola) per una superficie coperta di 820 metri quadrati. Oltre a ciò, la realizzazione di tutte le necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria, della viabilità interna, dei parcheggi, degli standard qualitativi.

I punti da chiarire secondo Ascom

Sono diverse le criticità che Ascom segnala in seguito all’adozione della variante da parte del consiglio comunale. Una nota dell’associazione le elenca nel dettaglio:

1) Quella prevista non si configura come una media, ma una grande struttura di vendita. Pertanto, si tratta di una tipologia di intervento non consentita nei Comuni con meno di 10mila abitanti. A meno che non ci sia l’assenso da parte della Regione che, invece, manca.

2) Il progetto depositato e pubblicato prevede un fabbricato di 300 metri quadrati di superficie di vendita destinato a commercio di vicinato (che la legge per i Comuni sotto i 10mila abitanti non consente), mentre l’amministrazione, pubblicamente, ha sostenuto che i fabbricati sono due da 150 metri quadrati.

3) I metri concessi per il supermercato sono in parte destinati alla vendita e in parte al magazzino. Si teme che il magazzino possa diventare un centro logistico con le relative pesanti ripercussioni sulla viabilità del paese, già appesantita dalla presenza del passaggio a livello.

4) In base a quanto emerge dalle contraddizioni documentali e poi anche dalle dichiarazioni pubbliche rese dai tecnici, l’amministrazione comunale sarebbe tenuta non solo alla ripubblicazione di tali documenti aggiornati sul sito del Comune, ma anche assoggettare tale aggiornato e diverso progetto di variante alla ripetizione della procedura inerente la Valutazione ambientale strategica (Vas).

5) Per quanto riguarda la residenza destinata agli anziani, in considerazione della classificazione turistico-ricettiva, si rimarca la necessità di posti letto a servizio dei visitatori, una carenza che il recupero dell’ex camiceria avrebbe dovuto sopperire e che invece viene ignorata nel progetto adottato dal consiglio comunale.

I contenuti inseriti nel parere saranno riproposti nelle osservazioni che Ascom presenterà «sia nell’interesse pubblico generale che nell’interesse più specifico del commercio di vicinato, irrinunciabile obiettivo della nostra associazione».