BUSTO ARSIZIO – “Nessun pericolo strutturale per gli edifici scolastici di Busto Arsizio”. Dopo il crollo del controsoffito alle scuole Bossi e l’intervento di ristrutturazione effettuato a tempo di record, Palazzo Gilardoni annuncia che le lezioni potranno cominciare senza problemi in tutti i plessi della città, “opportunamente sottoposti a verifiche”.
Certo, non esistono evidenti pericoli di crolli, ci mancherebbe altro. Ma forse alcuni edifici meriterebbero una manutenzione più accurata. Come quello delle Tommaseo-Prandina, istituto comprensivo nella centrale via Raffaello che ospita primarie e medie, ritenuto uno dei più prestigiosi ma, osservando dall’esterno il degrado dei cornicioni e di alcune finiture, non del tutto rassicurante sul versante strutturale.
Cemento che si sbriciola
Nulla di preoccupante, si dirà. Molto a cui pensare a causa degli sbriciolamenti del cemento, probabilmente circoscritti se non, supponiamo, subito messi in sicurezza. Perché, alla luce di quanto accade al patrimonio pubblico nel nostro Paese e a quello di Busto nello specifico (ricordiamo la situazione del Palariosto), non bisognerebbe mai perdere di vista certe situazioni. Purtroppo gli enti locali fanno i conti con l’esiguità delle risorse, che vanno giustamente impiegate per le priorità, come il controsoffitto delle Bossi; ma non si può tralasciare tutto il resto. Ne siamo convinti: non ci sono pericoli per gli alunni. Però il problema generale delle manutenzioni rimane, specialmente su edifici oramai datati. E se per gli istituti scolastici di propria competenza non ci pensa il Comune, chi altro dovrebbe pensarci? L’esecutivo di Emanuele Antonelli non è mai rimasto con le mani in mano sulle diverse questioni, è una giunta operativa, doveroso riconoscerlo, ma alle Tommaseo-Prandina certe “cartoline” non depongono per un sereno inizio dell’anno scolastico. Se così non fosse, chi di dovere spieghi.