Che sfida col Belgio, ma senza il passaggio del turno sarà fallimento?

 

Essere eliminati dal Belgio sarebbe un fallimento oppure no? Forse una delusione, quello sì, magari è troppo chiamarlo fallimento eppure a oggi la bella Italia di Mancini, secondo tanti, compreso il sottoscritto, non è che abbia affrontato squadroni. Ostacoli invalicabili zero. Buone squadre come Svizzera e Austria, ma nulla di più. Il primo vero ostacolo si chiama Belgio e si erigerá venerdì sera a Monaco di Baviera. Un grande avversario, il numero uno del ranking Fifa. Il Belgio di Lukaku e De Bruyne. La fortuna dell’Italia è nella possibile assenza di De Bruyne e dell’altro fuoriclasse Hazard. Il madridista e il campione d City sono infatti usciti anzitempo malconci durante la partita contro il Portogallo. Sfida durissima anche dal punto di vista fisico. L’ Italia avrà il piccolo vantaggio della giornata in più di riposo rispetto agli avversari anche se ci sarà da smaltire un supplementare in più, quello durissimo giocato contro l’Austria. Sulla carta il Belgio, zeppo di stelle e individualità, soprattutto da centrocampo in avanti, è la favorita, ma le possibili assenze di due fuoriclasse riducono di molto il gap. Tanto addirittura che i bookies danno ora l’Italia favorita nel duello di venerdì sera. In tanti hanno fatto la bocca buona rispetto alla possibilità di superare il turno. La mia personale opinione è che se si dovesse essere eliminati venerdì sera il percorso agevole degli Azzurri verrà rinfacciato all’allenatore. Serve uno scalpo pesante per dare una dimensione diversa al percorso della squadra di Mancini. C’è bisogno di un colpo di coda per esaltare effettivamente quanto stia facendo la squadra in campo. Al momento è stato fatto solo il compitino. Arrivare ai quarti di un europeo non è un traguardo per cui esaltarsi soprattutto se gli avversari incontrati finora non è che facessero proprio tremare i polsi. La percezione cambierebbe clamorosamente, invece, in caso di successo contro il super Belgio di Lukaku. Stiamo facendo bene: non bisogna mai dimenticare da dove siamo partiti dopo la sciagura di Ventura, però oggi non possiamo ancora parlare di impresa sportiva.

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