Vent’anni di Protezione civile a Casorate: «Ma ora servono i giovani»

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CASORATE SEMPIONE – Vent’anni fa nasceva la Protezione civile di Casorate Sempione. Due decenni a servizio dei cittadini, tra interventi per risolvere casi di emergenza neve in inverno, contenere il fenomeno calabroni in estate e presidiare le manifestazioni in paese, qualunque fosse la portata. E fare in modo che tutto filasse sempre liscio, come alla Festa di San Tito, il più sentito e parte integrante della tradizione casoratese dal 1926. Piccoli, grandi gesti che contribuiscono a tenere acceso il fuoco della Prociv. Quello che, alla fine dei conti, raccoglie tuttora il sentimento della squadra e lo sintetizza in un più semplice: «Ognuno di noi si sente parte di qualcosa». Lo hanno raccontato proprio i volontari, coordinati da Serafino Mercandelli, nella nuova sede che da un anno e mezzo occupa le stanze al piano superiore della stazione ferroviaria. Non in un periodo qualsiasi. Ma quello che, purtroppo, tutti ricorderanno come l’anno del Covid, delle restrizioni e della paura. Ma anche della Protezione civile, che dal giorno zero si è rimboccata le maniche e ha fatto muro alla crisi sanitaria. Oggi tocca alle divise gialle dire come è andata, in che modo sono diventati fra i protagonisti assoluti del 2020. E cosa si aspettano dalle nuove leve.

Sempre pronti

Quest’anno cade l’anniversario della sezione casoratese. Vent’anni, proprio nel momento in cui le restrizioni, piano piano, vengono sempre meno. Una combinazione che spinge i volontari a guardarsi alle spalle e ripercorrere i passaggi che li hanno condotti al gruppo che sono oggi. Come l’impegno per gestire le emergenze neve in inverno, «soprattutto sul tratto del Sempione che collega Somma Lombardo con Gallarate». Ma anche con interventi sul verde: «Quando le piante ostruiscono le strade, noi le liberiamo per rispristinare i passaggi». O in estate, quando «veniamo chiamati a causa dei calabroni con cui molti cittadini si trovano a fare i conti: a luglio e agosto facciamo uscite quotidianamente, anche più volte al giorno». Lo stesso vale per l’organizzazione del traffico in occasione delle grandi piogge, che in passato hanno allagato il sottopassaggio che dal Sempione porta in paese. Ma non sono solo le emergenze la campanella dei volontari, anche le manifestazioni pubbliche richiedono la loro presenza. Da quelle più contenute, a quelle di più ampio respiro. Su tutte, la festa di San Tito: «Il richiamo dell’evento ci tiene occupati per giorni interi, dalla mattina alla sera. Tanto che molti di noi, che magari lavorano ancora, in passato sono stati costretti a prendersi delle ferie». Ma la fatica è ripagata dal risultato. «Alla fine, però, sappiamo di aver dato una mano, consapevoli che tutto si è svolto senza problemi».

La pandemia e la nuova sede

Poi è arrivato il Covid. Si sa, la Protezione civile ha avuto un ruolo in prima linea per contrastare l’emergenza. E la sezione casoratese non è stata da meno. «Abbiamo iniziato aiutando le persone che erano positive, consegnando cibo, medicine e mascherine, che a inizio pandemia erano praticamente introvabili». Ma hanno svolto anche servizi di altro genere: «Abbiamo distribuito i sacchetti per i rifiuti e portato a lavare gli abiti sporchi per conto di chi era bloccato in casa». Fino al piano tamponi, cominciato alle Fontanelle di Malnate, e poi con le vaccinazioni, «che ancora adesso occupa 7 o 8 volontari alla volta per la gestione delle persone a MalpensaFiere». Un periodo difficile, indubbiamente. «Ma in ogni caso una bellissima esperienza, che ci ha permesso di capire a fondo cosa vuol dire stare con gli altri e lavorare insieme. Ci siamo dovuti adattare a un sistema nuovo, ma ci siamo sentiti di farlo».
Non sono comunque mancate le novità. Lo scorso gennaio, infatti, è stata inaugurata la nuova sede alla stazione ferroviaria. E che ha visto impegnati in prima persona i volontari: «A parte l’impianto elettrico, che è stato fatto da un professionista, il resto è stata opera nostra: abbiamo imbiancato, ristrutturato e arredato le stanze, grazie anche al contributo di alcuni cittadini che ci hanno gentilmente offerto mobili e dispositivi, come la stufa a pellet».

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Spazio ai giovani

La squadra è composta da 15 persone, di cui 12 sono operativi. Ma il dato rilevante è la quota giovane. Non è raro che si decida di diventare volontari quando si va in pensione, infatti difficilmente chi lavora ancora trova il tempo necessario per fare bene il servizio di Protezione civile. Ancora più raro è vedere dei ragazzi intorno ai 20 anni che trovano voglia e spazi da dedicare alla cittadinanza. Sono in tre a Casorate: Giacomo, Michele e Ginevra. Di fatto un assist per i “senatori” del gruppo, che colgono l’occasione per lanciare un messaggio preciso: «Ne servirebbero di più: abbiamo bisogno di nuove leve, con idee e forze fresche». Chiaro che non è una passeggiata, anzi. «Ci vuole serietà e inquadramento», dicono. «I giovani devono saper ascoltare e rendersi conto che quando si mette la divisa della Protezione civile si assume un ruolo istituzionale. I nostri ragazzi si impegnano e sanno ritagliarsi del tempo per i servizi. Sarebbe bello vedere nuove generazioni far parte di questo mondo». In ogni caso il gruppo è sempre aperto a nuovi ingressi. Il risultato?  «Ci sono confronti e anche discussioni, ma tutti ci sentiamo parte di qualcosa: nessuno ci ha costretto a essere volontari, ma lo facciamo per essere al servizio dei cittadini. Che, spesso, riconoscono il nostro lavoro. E  questo aiuta ad andare avanti».

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