Italia Viva: «Il centrodestra a Busto dia la presidenza del consiglio alla minoranza»

BUSTO ARSIZIO – «Il centrodestra chiede la presidenza del consiglio per la minoranza a Varese? Dia un segnale a Busto e dia adito a quanto detto, per coerenza e per democrazia». A formulare la proposta è Italia Viva, per voce del suo co-coordinatore Davide Boniotti. Che gioca subito “il carico”, a dieci giorni dalla prima seduta dell’assemblea civica, dove il movimento di Matteo Renzi tornerà ad essere rappresentato, stavolta da Giuseppina Lanza. Boniotti fa anche due nomi, Valentina Verga per il PD e il suo candidato sindaco Gigi Farioli, come possibili candidati alla guida del consiglio comunale, ruolo che però il centrodestra (come a Gallarate, dove la maggioranza ha tirato dritto respingendo la proposta dei gruppi di minoranza) ha già “prenotato” per Laura Rogora di Forza Italia.

«Un’apertura al dialogo»

Non solo una provocazione, quella del segretario cittadino di Italia Viva. «Anche Galparoli a Varese ha fatto un’apertura ai moderati, Forza Italia potrebbe cogliere l’occasione – spiega Davide Boniotti -il centrodestra a Busto ha un consiglio comunale blindato, ma lavorare a stretto contatto con la minoranza, e con quella fetta di elettorato che non si è riconosciuta nella loro coalizione e che il sindaco deve rappresentare comunque, sarebbe auspicabile. E sarebbe un’apertura importante, in previsione del PNRR che imporrà un dialogo oltre gli schieramenti. Del resto già la presenza di Valerio Mariani alla presidenza negli ultimi cinque anni ha dimostrato che si può fare. Da parte del centrodestra sarebbe un buon segno: faccia un atto di fiducia nei confronti della minoranza eleggendo un presidente espressione della minoranza. Un richiamo alla «coerenza, rispetto a quanto le stesse forze politiche professano a Varese», ma anche alla «democrazia, dopo quello che abbiamo visto nei primi cinque anni di Antonelli».

Verga o Farioli possibili candidati

«Nomi e figure non ne mancano» aggiunge Boniotti. E ne fa due: quello di Valentina Verga, rieletta consigliere nel PD, «anche per la sua professione e per l’esperienza maturata in consiglio», ma soprattutto quello di Gigi Farioli, che ha guidato la coalizione a cui ha preso parte Italia Viva, e che «ha l’autorevolezza di 10 anni da sindaco e una conoscenza del consiglio comunale ultratrentennale che non ha eguali. Oltretutto avrebbe dovuto diventare presidente già cinque anni fa».

Giunta che «vira a sinistra»

D’altra parte Boniotti non dimentica nemmeno «le accuse a Gigi di andare a sinistra», proprio da parte di quel «centrodestra che oggi mette in campo la giunta più di sinistra degli ultimi 40 anni a Busto Arsizio». La presenza di Maurizio Artusa in particolare fa piacere: «Fino al novembre 2019 era nell’elenco dei simpatizzanti di Italia Viva, appena costituita a Busto – ricorda Boniotti – con lui ci sono degli spunti di comunanza, anche se di acqua sotto i ponti ne è passata, ma immagino che qualcosa sia rimasto».

La gomma sgonfia

Sulla giunta, il coordinatore dei “renziani” di Busto commenta così: «Frutto dell’applicazione del manuale Cencelli, come in altre realtà. Ma non lo vedo come un aspetto particolarmente negativo, visto che rispetta la volontà popolare e premia i risultati elettorali – sintetizza Boniotti – detto di Artusa, ci sono persone che meritano, come Maffioli e Cerana, e altre che conosco meno ma che speriamo siano state scelte per competenze». Non manca una freddura: «Nella foto con le biciclette, quella su cui era seduta l’assessore Cerana aveva una delle due gomme sgonfie. Spero per la giunta che non sia di cattivo auspicio per i prossimi cinque anni».

Il ruolo di IV

«L’idea è di fare un gruppo unico tra moderati e Riformisti – ribadisce Davide Boniotti – per proseguire il percorso fatto durante le elezioni, che sembra essere confermato sia a livello nazionale, sia a livello locale con le aperture di Corbo e Galparoli. Lo dico con un po’ di orgoglio, visto che mi sento un po’ il “padre” di questa aggregazione: il fatto che Matteo Renzi nell’assemblea nazionale di Italia Viva abbia citato Busto Arsizio come modello di superamento degli schemi tradizionali per andare verso un qualcosa di diverso che possa raggruppare aree oggi meno rappresentate lo dimostra in modo eclatante. Oltretutto con la lista dei Riformisti abbiamo ottenuto il risultato migliore, rispetto a realtà simili come Varese e Milano. Giusto andare avanti in questo percorso».

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