PAGELLONE D’EUROPA Super Juve e Ancelotti, Icardi moscio, “Ringhio” delusione

Juve Icardi Ringhio

10 BORUSSIA DORTMUND
È la reincarnazione dello squadrone di Klopp, quello che vinse gli scudetti, perdendo la finale di Champions. Frizzante come lo spumante e brioso come un quadro del Rigoletto i gialloneri di Dortmund sono una strepitosa rivelazione. La vittoria col poker all’Atletico è il manifesto di una superiorità filosofica unica
9 EDIN DZEKO
Con la doppietta servita al Cska l’Edin “cieco” della Serie A torna Odino Dzeko, cigno di Sarajevo, conquistando, con 5 gol, la vetta della classifica cannonieri della Champions. Impalpabile di giorno, bello di notte
8 DYBALA
Paolino bianconero decisivo anche in Champions su un campo storico e prestigioso. Per lui 4 gol in tre partite e la sensazione che con Ronaldo in campo si sia alleggerito di molte responsabilità liberandosi di alcune zavorre mentali. Chirurgico
7 JUVENTUS
Gioca una partita leggendaria su un campo mitico umiliando il Manchester United di Mourinho. Lo ha fatto diventare piccolissimo costringendolo alla resa come l’ultima delle squadrette di periferia. Polvere di stelle
6 ANCELOTTI
Carletto il Grande ha dato una dimensione europea insospettabile al Napoli. Parigi per lunghi tratti è sembrato il San Paolo, tanto è stato il dominio azzurro. Fraseggio, geometrie e idee chiare per il super Napoli che ha avuto un solo difetto: non chiudere una partita governata da padrone assoluto. Belli ma ingenui
5 ICARDI
Meno cattivo di un micetto, meno pungente di un pezzo di pongo, meno pericoloso di una favola per bambini. Il centravanti nerazzurro letale come una vipera soffiante nel derby di domenica ha dimenticato il tritolo nel suo attico con vista San Siro, trascorrendo una serata svagata a Barcellona dove, per una notte, nessuno si è pentito della sua prematura partenza
4 HIGUAIN
Un Pipita sempre meno brillante e forse sempre più arrabbiato col mondo, col Milan, con i suoi compagni. Abbacchiato come se gli fosse morto il cane. Da trascinatore e leader assoluto a emblema di una squadra che non crede più nel proprio allenatore. Dimesso
3 SPALLETTI
Ha preparato Barcellona come si preparerebbe l’ultima scampagnata di paese. Con l’idea che tanto perdere in Catalogna era scontato e quindi la trasferta era quasi un disturbo da consumare in tempi brevi. Giocarsela evidentemente non era nei suoi programmi e la scelta di far riposare De Vrij e Vrsaliko va in quella direzione
2 ATLETICO MADRID
Che figuraccia per quella che doveva essere la favorita numero uno, giocando la finale in casa, della Champions. Tritato, schiaffeggiato e umiliato dal Borussia Dortmund. L’Atletico del Cholo è crollato sotto i colpi figli del ritmo indiavolato della nuova gioventù giallonera. Ma zero resistenza
1 GATTUSO
Dopo il derby giocato senza elettricità ci si aspettava un Milan ricaricato e ad alto voltaggio, ma la batteria sembra ormai svuotata. Dov’è finito Ringhio il guerriero che faceva tremare gli avversari a colpi di clava? Dov’è l’uomo che iniettava rabbia e ardore. Rinunciatario come mai era stato prima. Irriconoscibile

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