La Lega boccia Antonelli presidente della Provincia. Con Forza Italia è scontro

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BUSTO ARSIZIO –  Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, candidato alla presidenza della Provincia come ha annunciato ieri, lunedì 17 settembre, Forza Italia? “Ma no, il futuro presidente di Villa Recalcati deve essere un leghista” avverte Matteo Bianchi, segretario dimissionario del Carroccio provinciale, dopo aver letto sui giornali la proposta  di Carmine Gorrasi, referente bustocco dei berlusconiani.  Per dirla in altri termini, Bianchi pone un veto chiaro, inequivocabile su Antonelli e frena fughe in avanti dei forzisti rispetto alle elezioni in agenda per il 31 ottobre. Dovessimo usare il linguaggio giornalistico: nel centrodestra è scontro. E se non è scontro, siamo di fronte a un braccio di ferro che, per il momento, non ha sbocchi, se non nella presentazione di liste contrapposte che rischiano di fare il gioco del centrosinistra.

Galimberti in campo per la sinistra?

Il quale (centrosinistra), secondo indiscrezioni, starebbe seriamente pensando di lanciare nella mischia nientemeno che Davide Galimberti, primo cittadino di Varese, inviso a una parte del Partito democratico, di cui è espressione, ma considerato un candidato forte, più ancora di Stefano Bellaria, sindaco di Somma Lombardo, il cui nome gira da qualche settimana.
Proprio con la giustificazione di contrastare Galimberti, Forza Italia ha proposto Antonelli, riproponendo nel contempo l’eterna lotta tra le due principali città del Varesotto: il capoluogo e Busto Arsizio.

Tutti in un’unica lista

Di più: i forzisti stanno cercando di riunire tutti i moderati, allargando l’alleanza a Fratelli d’Italia, in un’unica lista con un virtuale marchio civico. Ma forse hanno fatto i conti senza l’oste. In primis, la Lega. Bianchi, che rimane a tutti gli effetti alla guida del partito fino all’indizione del congresso (novembre?), chiama di prima mattina Malpensa24 da Roma, dove si trova per le sue incombenze di neo parlamentare: “Il vento tira in una certa direzione, mi sembra scontato che la Lega abbia oggi la precedenza anche in provincia di Varese. Con Forza Italia vogliamo il dialogo, ma non possiamo accettare la candidatura di Antonelli”. In altri termini, avanti con un leghista. Alessandro Fagioli, sindaco a Saronno, in testa a tutti.Poi Andrea Cassani (Gallarate) o Alessandro Magni (Brebbia). Di sicuro non un candidato fuori dalla Lega. E dunque? Forza Italia  avrebbe voluto Nicola Poliseno (Cassano Magnago), vicino ai berlusconiani ma di cultura civica.  Poliseno, che sarebbe stato accettato anche dalla componente civica in Provincia, non è però disponibile. Così si è ripiegato su Antonelli.

No anche dalla componente civica

Contro il quale si esprime  Marco Magrini, esponente di Esperienza civica: “Nulla di personale verso Antonelli, ci mancherebbe. Ma noi vorremmo un candidato fuori dalle conventicole di partito. Solo così potremmo garantire operatività vera all’ente Provincia, soddisfacendo le aspettative dei cittadini. Lo diciamo a Forza Italia (con la quale, presente i centristi di Raffaele Cattaneo, Esperienza civica si è incontrata ieri sera, lunedì 17, ndr) ma anche alla Lega. Serve un civico”.  In caso contrario? “Presenteremo una nostra lista con un nostro candidato”. Il nome è per il momento top secret, benché siano in molti a pensare a Mirella Cerini, primo cittadino di Castellanza, espressione del centrosinistra ma, in quanto civica pura, pronta – si dice – a schierarsi col centrodestra per la Provincia. Una soluzione che, com’è facile comprendere, potrebbe far saltare il banco, soprattutto a sinistra (si tratta di elezioni di secondo livello, votano solo sindaci e consiglieri comunali).

Divisi al voto di ottobre

Ma quella di Cerini è soltanto un’ipotesi, che dovrà essere condivisa da Forza Italia e Lega. Partiti che, a questo punto, nonostante il riavvicinamento dell’altra sera ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, rischiano di andare divisi alle elezioni di fine ottobre. Anche per un altro motivo: liste e candidati vanno presentati entro un paio di settimane. Un tempo forse insufficiente per rimettere insieme uno schieramento che, fino a prova contraria e per dirla con Umberto Bossi, è ancora lontano dal trovare una quadra.

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