LA LETTERA Diabetologia senza dirigente, tra disagi e carenze di personale

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L'ospedale di Gallarate. Nel riquadro il senatore Luigi Peruzzotti

Egregio Direttore,

avrei voluto volentieri evitare questa mia, ma purtroppo gli eventi, o meglio i non eventi, in merito alla situazione della Diabetologia dell’ospedale di Gallarate mi costringono a farlo, per denunciare pubblicamente una situazione che non è più tollerabile, in quanto a patirne sono gli oltre 20.000 (qualcuno dice di più) pazienti affetti da diabete che gravitano sulla struttura gallaratese. Struttura che fino a qualche anno fa era un vanto per l’Azienda Ospedaliera e oggi è ridotta ai minimi termini per l’ottuso comportamento dei vertici aziendali che, nonostante le sollecitazioni dei pochi addetti ai lavori rimasti e degli stessi fruitori dei servizi (ammalati di diabete) fanno finta di non vedere e soprattutto di non capire le difficoltà in cui versa questa struttura, che per le alchimie burocratico – sanitarie della Regione Lombardia è stata declassata a struttura semplice. Ciò significa che non ha un primario, ma dovrebbe avere un responsabile di reparto che risponde ad una struttura gerarchicamente superiore, in questo caso il reparto di medicina generale.

Il condizionale “dovrebbe” è volutamente usato, perché il 17 febbraio u.s. sono scaduti i termini del bando, riservato agli interni, per la presentazione delle domande per la copertura del posto di responsabile. Nel bando stesso venivano richiesti particolari requisiti, non comuni a tutti i medici, trattandosi di una branca specialistica particolare e delicata. Ancora non se ne conoscono i risultati.

«A pensar male si fa peccato, ma ogni tanto ci si azzecca» diceva qualcuno, è forte il sospetto che chi ha partecipato al suddetto bando con tutti i requisiti richiesti forse non sia di gradimento a chi nella struttura ospedaliera chiede di essere il padre padrone e come tale si comporta, permettendosi di ignorare le continue segnalazioni e sollecitazioni che giungono da più parti in merito alle grandi difficoltà dell’unità di cura del diabete. 

Dovrebbero lavorare 6 medici. Attualmente ne sono rimasti 3, poiché da poco un medico se ne è andato in quel di Cantù. Inoltre, se ne andata in pensione una bravissima ed efficiente infermiera professionale che svolgeva funzione di coordinatrice delle altre infermiere, mai sostituita con una di pari livello. Non solo: dei 3 medici che gravitano su Gallarate uno a rotazione deve svolgere le proprie mansioni un giorno a settimana a Busto Arsizio. Ne consegue che gli esami clinici dei pazienti in attesa di essere refertati sono fermi a dicembre. Di tutte queste cose naturalmente sono state informate anche le autorità regionali, ma a tutt’ oggi tutto tace.

Forse perché siamo ancora troppo lontani dalle elezioni? Altrimenti ci sarebbe la fila degli aspiranti a una comoda poltrona in Regione.

Mi sembra giusto chiudere questa mia dando il giusto merito a chi all’ interno del reparto di diabetologia e dell’ intera struttura ospedaliera, che a quanto mi risulta vive analoghe situazioni di disagio mai risolte, svolge il proprio lavoro con spirito di abnegazione e tanta tanta professionalità, combattendo quotidianamente  a difesa dei pazienti con patologie sempre più complicate e con l’ ottusità, e a questo punto anche malafede, di un apparato burocratico – sanitario e di una politica sempre più miope, per non dire cieca, e lontana dalla gente.

Luigi Peruzzotti
già senatore della Lega

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Purtroppo non è la prima volta che viene denunciata la grave situazione della Diabetologia dell’Asst Valle Olona, un allarme che si ripete periodicamente senza che le autorità sanitarie, a cominciare da quelle regionali, spendano una sola parola per affrontare, se non risolvere, la questione. Luigi Peruzzotti si è più volte fatto carico del problema, richiamando chi di dovere alle proprie responsabilità. In risposta ha ricevuto imbarazzanti silenzi. Eppure, la Diabetologia è sempre stata un’eccellenza dell’ospedale di Gallarate. Ma ora? Da Palazzo Lombardia, come dai vertici della Asst, i 20mila pazienti che fanno riferimento al Sant’Antonio Abate e al nosocomio di Busto Arsizio, e con loro medici e infermieri, sono in attesa di un chiarimento e di una soluzione. Oggi, non il prossimo anno nell’immediatezza delle elezioni. (Vincenzo Coronetti)

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