Diabete, un incontro a Gallarate e tante domande sul futuro del reparto

diabete franzetti bombaglio

GALLARATE – Diabete, malattia endemica. Basterebbe questa constatazione per certificare quale sia la sua diffusione sul territorio. Ma se non fosse sufficiente ci sostengono i numeri: 15mila pazienti seguiti dalla Diabetologia dell’Asst della Valle Olona, negli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate. La dirige Ivano Franzetti, primario sulla soglia della pensione (lascerà a fine dicembre), un lavoro capillare di cura e prevenzione, nonostante la grave carenza di personale medico e infermieristico, nonostante i lunghi e pesanti mesi della pandemia che hanno inevitabilmente rallentato l’operatività. Con, sullo sfondo, l’altrettanto inevitabile disagio dei pazienti per i conseguenti ritardi nelle prestazioni e nelle refertazioni degli esami clinici.

Eppure, la Diabetologia/Endocrinologia continua ad essere una delle eccellenze dell’azienda sanitaria, grazie all’impegno e alla professionalità di chi vi lavora. E’così che nella mattinata di domenica 21 novembre, in occasione della Giornata mondiale del diabete e dei 100 anni della scoperta dell’insulina, si terrà un incontro (ore 10) alla Cascina del Monte Diviso di Gallarate. Organizza l’associazione Dolce Vita, che riunisce i diabetici dell’intero comprensorio e, appunto, è collaterale al reparto del dottor Franzetti. La presiede la commercialista Elisabetta Bombaglio. “Scopo dell’evento – spiega – sarà quello di illustrare l’evoluzione della terapia della malattia nelle sue varie fasi, di analizzare le nuove prospettive dell’assistenza diabetologica e di garantire agli associati supporto nella quotidiana gestione della malattia stessa, raccontando esempi di vita di valore e di successo”.

Accanto ai due relatori ufficiali, Ivano Franzetti e Giampaolo Scollo, dirigente medico della Diabetologia della Valle Olona, interverranno due pazienti, Vinicio Conti e Sergio Mezzetti, che porteranno la loro testimonianza.

Si affronteranno comunque diversi temi di grande interesse, dall’accesso a farmaci e divice innovativi, ancora a macchia di leopardo sul territorio nazionale, alla riprogrammazione dell’assistenza diabetologica, secondo la filosofia del Pnrr e con gli strumenti della telemedicina. Alle viste c’è, per dirla in un altro modo, una sorta di rivoluzione assistenziale, semprechè l’importanza della prevenzione e della cura del diabete sia compresa appieno dai vertici sanitari, a cominciare da quelli locali. Chiamati a definire il presente e il futuro di un servizio irrinunciabile per la sua incidenza sociale, alla luce di un contesto strutturale e di organico che non rasserena e in previsione dell’annunciato  e discusso ospedale unico. Risposte che al momento non ci sono.

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