La lirica torna al teatro Sociale di Busto. Con “La Traviata” per il 130esimo

busto arsizio teatro sociale 130 anniversario
Da sinistra Maria Cristina Romanini, Luca Galli, Manuela Maffioli e Daniele Geltrudi

BUSTO ARSIZIO – Proprio come nel 1891 il Teatro Sociale mise in scena “La Traviata” di Giuseppe Verdi, così, 130 anni dopo, l’opera classica verrà riproposta per tutta Busto Arsizio per festeggiare questo importante anniversario. Infatti, domenica 26 settembre alle 16 sarà la signora delle camelie ad aprire il periodo di festeggiamenti che la città dedicherà ai 130 anni del suo teatro storico in piazza Plebiscito.

Si riparte dalla lirica

Il Teatro Sociale di Busto Arsizio venne inaugurato il 27 settembre 1891, data in cui per la prima volta si alzò il sipario, sulle note del melodramma in quattro atti “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave. “La Traviata”, una delle prime opere liriche a prendere vita sul palco del teatro, tornerà ora protagonista della celebrazione per il 130esimo compleanno della struttura. «Il significato di questo evento è di grande portata, perché non rappresenta solo un festeggiamento, ma anche un vero e proprio ritorno alla lirica tradizionale che metteremo in scena completando la nostra offerta artistica, grazie alla nuovissima buca dell’orchestra», spiega il presidente del teatro, Luca Galli che, approfittando dei lunghi mesi di chiusura, ha pianificato una serie di migliorie, non solo sulla buca, costata circa 20 mila euro, ma anche sulla facciata e sulla cupola.

Ecco quindi che, per festeggiare questo importante compleanno, domenica 26 settembre alle 16 andrà in scena “La Traviata”, opera nata e allestita specificatamente per l’evento del Teatro Sociale e che sarà eseguita dal Coro e Orchestra dell’Opera di Busseto con 15Orchestra Sinfonica con la collaborazione dell’Associazione Accademia Dell’Arte Dello Spettacolo (Adads), la cui direttrice, Maria Cristina Romanini ha ringraziato i bustocchi per l’occasione unica. «Noi siamo cresciuti a pane e lirica proprio a Piacenza e abbiamo chiuso il 2020, prima dello scoppio della pandemia, proprio prima di mettere in scena la Traviata, quindi questo evento ha un valore di rinascita». L’accademia porterà a Busto grande vanto, poiché si tratta di una realtà di portata internazionale, con giovani artisti provenienti da più di 15 nazionalità diverse e che sono già all’opera con il direttore d’orchestra, Marco Beretta, e il regista, Alberto Oliva, per portare in vita tutte quelle particolari sfumature volute da Verdi tramite i nostri 33 elementi in buca, più l’arpa dietro le quinte. Devo dire che la struttura che abbiamo trovato qui al Sociale ha davvero grandissime potenzialità», ha aggiunto la direttrice.

In memoria di Delia Cajelli

«La Traviata – continua Galli – segna quindi l’avvio di una nuova stagione che, sperando di non essere interrotta, vedrà molte produzioni inedite, ma anche un richiamo al passato e alla nostra storia. Delia Cajelli, storica direttrice artistica del teatro, infatti adorava la lirica e sono sicuro che sarebbe stata felicissima di vedere questo evento». Parole condivise anche dall’assessore alla Cultura di Busto Arsizio, Manuela Maffioli, presente alla conferenza di presentazione delle celebrazioni, simbolo del supporto dell’amministrazione cittadina.

Cultura e commercio

«Delia è ancora qui, la sua passione anima ancora il teatro Sociale ed è grazie alla sua eredità che teniamo vivi luoghi come questi: fulcri essenziali della città. Non dimentichiamoci infatti la stretta connessione tra il tessuto commerciale e imprenditoriale della città e la cultura, connubio che incarno con i miei assessorati. E che mi impegno a tener vivo, perché in questi bui mesi di pandemia le sale sono l’unico ambito della cultura a non aver subito tagli. Una sala che chiude è una ferita permanente nel tessuto sociale», racconta la vicesindaco. Ricordando poi l’importante anniversario da celebrare «perché sostenere la cultura va nell’interesse di tutti, essendo legata allo sviluppo del territorio, ma anche dell’ambito sociale».

Un investimento, quindi, non solo nelle strutture, ma anche nell’educazione dei cittadini. Incarnato nella persona di Daniele Geltrudi, presidente di Educarte, presente appunto alla conferenza e che ha introdotto il nuovo logo, creato appunto per il 130esimo anniversario. «C’è il nome di Delia Cajelli per ricordare le nostre radici e la nostra ispirazione e in rosso compaiono le scritte Busto Arsizio 1891 che richiamano l’antichità della struttura e il suo legame con la città. Non può esistere un teatro sociale senza Busto e viceversa».

Serve il pubblico

Ecco quindi che anche il teatro Sociale tenta una lenta ripresa, dopo circa un anno e mezzo di fermo imposto dalle restrizioni da Covid-19. «Per ora la nostra capienza massima è di 310 persone, ma speriamo davvero di poter aumentare il pubblico con Green pass e mascherine perché questi spettacoli sono molto costosi da organizzare e per poter recuperare le spese è necessario avere pubblico», aggiunge Galli ricordando che “La Traviata” è solo il primo evento celebrativo.

Sarà infatti seguito da “Il Pizzico del Diavolo” da La Fuga, di Pier Maria Rosso di San Secondo, un adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni, di cui il primo risulta esserne anche il regista ed il secondo l’interprete, con la consulenza artistica di Andrea Bisicchia. Inoltre sarà allestito “L’Idiota, Il lungo addio; Crudeltà e bellezza a lume di candela”, a cura di Alberto Oliva e Mino Manni, a partire da L’Idiota di Fedor Dostoevskij. Lo spettacolo, portato in scena a ridosso dell’anniversario dei duecento anni dalla nascita del grande romanziere avvenuta l’11 novembre del 1821, prende le mosse da un immaginario incontro tra i due protagonisti collocato dopo la fine del testo di Dostoevskij, articolandosi in una profonda riflessione ed esplorazione del grande autore russo e snocciolando la crudele riflessione sulle conseguenze della bellezza sull’animo umano, senza tuttavia celare un’infinità compassione. Ad anticipare il tutto è invece il recital lirico del tenore Antonio Signorello e della pianista giapponese Atsuko Nieda che si terrà domenica 19 settembre alle 17.

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