Busto, teatri e cinema pronti ad aprire, Maffioli: «Aiutiamoli o scompariranno»

busto arsizio teatro sociale

BUSTO ARSIZIO – Un patrimonio d’eccellenza che poche città possono vantare: Busto Arsizio conta ben 8 sale tra cinema e teatri che arricchiscono la scena culturale, e non solo. Spazi di ritrovo, punti di riferimento, luoghi di creatività e posti di lavoro: una ricchezza fondamentale, che rischia però di scomparire. «Perché quando un teatro chiude, non riapre più», avvisa il vicesindaco e assessore alla Cultura, Manuela Maffioli, che ha quindi voluto sostenere queste strutture nell’annus horribilis del 2020.

Teatri si fanno belli

Ora però i gestori sono più speranzosi, poiché vedono la luce in fondo al tunnel: la possibile apertura di cinema e teatri da lunedì 26 aprile. «Nonostante la grande incertezza che proviamo, non vediamo l’ora di riaprire e a dimostrazione della passione che ci contraddistingue abbiamo approfittato di questi mesi di chiusura per migliorare il nostro teatro», spiega il presidente del Teatro Sociale Delia Cajelli, Luca Galli. Un’idea che ha accomunato altre 2 sale della città: il teatro di Sant’Edoardo e il Cinema Lux di Sacconago.

«Teatro Sociale, teatro Manzoni, Spazio Teatro, Teatro Fratello Sole, Teatro San Giovanni Bosco, teatro Aurora, Teatro Sant’Anna, Cinema Lux: non sono solo spazi, ma contenitori con un’anima». L’assessore alla Cultura di Busto Arsizio, Manuela Maffioli, non ne ha dimenticato nemmeno uno e ieri, giovedì 22 aprile, ha voluto far visita alle 8 sale cittadine, fermandosi proprio in quelle che hanno trasformato la pandemia in una scommessa per il futuro, investendo per migliorare gli spazi.

L’aiuto del Comune

Stiamo parlando del teatro San Giovanni Bosco di San’t Edoardo, dove don Antonio Corvi mostra la nuova cabina di regia, i bagni per le persone con disabilità, gli impianti elettrici, idrici e di sicurezza dell’edificio e dei camerini professionali ristrutturati in attesa di ospitare attori, cantanti e ballerini. «Un impegno economico di circa 100 mila euro – racconta il parroco – possibile grazie al bando di Regione Lombardia, alla parrocchia e al Comune di Busto che ci permette di far fronte alle spese fisse».

Una follia dopo l’altra

Un vero e proprio fardello negli ultimi 15 mesi: «Oltre un anno di chiusura, senza spettacoli, né spettatori e con zero incassi. E’ stato un periodo davvero difficile e ora mi sembra una follia pensare di poter organizzare un’intera stagione teatrale, anche perché con la capienza al 50% non so se riusciremo a rimanere aperti», ammette don Antonio Corvi, che però non demorde. «Noi ci proviamo, con singoli eventi, rassegne, collaborando con Teatranti Viandanti, scuole e parrocchia. Siamo pieni di possibilità e di voglia di fare e quindi speriamo di continuare a essere sostenuti, altrimenti queste strutture così importanti per i quartieri e la comunità affosseranno».

Teatro San Giovanni Bosco, Busto Arsizio

Zero tagli per i presidi antidegrado

Ed è proprio sul ruolo sociale e culturale che l’assessore Maffioli vuole sottolineare l’importanza di cinema e teatri. «Sono essenziali presidi cittadini contro il degrado e l’attività di lavoratori e volontari deve essere sostenuta. Ecco perché non ho voluto fare nessun taglio su questi fronti: una sala che chiude non riapre più».

Una paura che il vicesindaco ha colto dai luoghi della cultura bustocchi con i quali sono sempre attivi tavoli di confronto, come lo storico teatro Sociale Delia Cajelli, il cui presidente, Luca Galli, ripensa a quanto sia stato difficile tenere duro in questo lungo anno. «Le spese fisse, a fronte delle entrate annullate, sono spaventose. Dal Governo gli aiuti sono stati insufficienti e queste informazioni contrastanti non ci permettono di programmare», denuncia.

Una buca per l’orchestra

Ad oggi, infatti, le indicazioni certe e precise sono poche, eppure anche il Sociale ha deciso di mettersi in gioco e investire nella creazione di una buca per l’orchestra che ospiterà circa 50 strumenti, permettendo quindi di ampliare l’offerta culturale. Una spesa di circa 20 mila euro, ma gli organizzatori non hanno voluto spingersi troppo in là: «E’ rischioso investire in questo periodo, ma grazie ai nostri volontari, la vera anima del teatro, rimaniamo in piedi. Alle autorità chiediamo solo di darci fiducia e farci riaprire».

La nuova buca per l’orchestra al Teatro Sociale Delia Cajelli di Busto Arsizio

Nuovo schermo al Lux

A fare eco alle parole di Galli è anche il volontario del Cinema Lux di Sacconago, Daniele Banfi, che proprio in questi mesi, oltre ad aver svolto lavori di messa in sicurezza nell’edificio e sui muri martoriati dai problemi di umidità, ha anche acquistato un nuovo schermo per il cinema. «Un investimento totale di circa 100 mila euro che ci permetterà di accogliere i nostri spettatori, con i quali abbiamo faticato a mantenere un vero contatto durante la pandemia. Siamo però pronti per ripartire con il cineforum, anche se ci preoccupa il coprifuoco alle 22 perché è davvero restrittivo e ci costringerebbe a iniziare i film alle 20: tipico orario di cena. Temo che le persone non digeriranno questi orari».

L’arrivo dello schermo al Lux

La voce del paese

E se i tre teatri hanno “sfruttato” i mesi di stallo per attuare delle migliorie e investire nel futuro, i mesi che verranno fanno comunque tanta paura. «Come assessorato alla Cultura – spiega Maffioli – abbiamo voluto mostrare la nostra vicinanza sin dal primo giorno, con lunghe email, tavoli di confronto e chiamate continue. Dietro al mondo dello spettacolo ci sono persone, posti di lavoro, arte e famiglie. Sto lottando in tutti i modi per tenere viva la cultura».

Ed ecco allora la scommessa per la primavera e l’estate che l’amministrazione sta appunto iniziando a programmare, in modo da far riscoprire le eccellenze di Busto e far ripartire questo mondo a rischio. «Chiudere teatri e cinema vorrebbe dire fermare la voce del paese: sarebbe un prezzo altissimo. La cultura è benzina per l’anima e per la mente», conclude Maffioli.

A Busto un’estate nel segno della cultura. Maffioli: “Recuperiamo il tempo perduto”

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