Marnate, da imprenditore a pusher: 29enne arrestato nei boschi dello spaccio

MARNATE  Da imprenditore colpito dalla crisi a pusher in manette. L’arresto è avvenuto ieri (mercoledì 15 settembre) nei pressi del parco del Rugareto, zona boschiva purtroppo nota per l’attività di spaccio. A “incastrare” lo spacciatore sono stati gli agenti della polizia di Stato di Busto Arsizio, durante un controllo della zona. Il 29enne, che celava un panetto di hashish camuffato dalla scritta Nestlé Nesquik, e già notaio alle forze dell’ordine ha giustificato la detenzione di stupefacente sostenendo di essere un imprenditore caduto in disgrazia per colpa della crisi e per questo convertito all’attività di spaccio.

Non era cioccolata in polvere

Ieri pomeriggio una pattuglia della Polizia di Stato di Busto Arsizio ha arrestato un 29enne per detenzione di hashish ai fini di spaccio. L’operazione è avvenuta nei pressi del parco del Rugareto, al confine con Marnate. Un luogo noto come base di spaccio.

Gli agenti hanno notato due autovetture, che dopo aver effettuato una breve sosta, si sono allontanate in direzioni opposte. Immediata quindi la decisione di controllare il mezzo che la volante ha incrociato lungo la strada. A bordo c’erano due giovani che si sono mostrati fin da subito infastiditi dal controllo. Uno dei due, un italiano di 29 anni con diversi precedenti di polizia, residente in un centro confinante con Busto Arsizio. E proprio il 29enne, su richiesta degli operatori, ha tirato fuori dal portaoggetti dell’abitacolo un panetto di hashish da un etto, etichettato con la scritta “Nestlè Nesquik”.

Il conducente, da parte sua, ha dichiarato di aver dato un passaggio al nuovo amico, conosciuto pochi giorni prima, senza avere minimamente idea che questi avesse con sé dello stupefacente, probabilmente ingannato anche dall’adesivo intravisto sul panetto di hashish.

Da imprenditore a pusher

Versione confermata anche dal “proprietario” del panetto stupefacente, il quale ha escluso ogni coinvolgimento del conducente del mezzo, rivendicando la piena proprietà della droga. Possesso che il giovane ha giustificato dichiarando di essere un imprenditore del settore della vendita di alimenti e bevande, che da qualche mese in disgrazia a causa degli effetti negativi dell’attuale crisi. Da qui così la decisione di acquistare un quantitativo non indifferente di hashish, da poter successivamente spacciare con il finto marchio di innocuo cacao.

Per il giovane imprenditore sono scattate le manette e dovrà adesso rispondere alla magistratura del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, nel corso dell’udienza di convalida che si terrà nella giornata odierna.