La politica economica non si fa coi proclami

politica economica tria

Dalla politica muscolare nelle piazze a quella del buon senso nelle aule parlamentari, nella consapevolezza che per governare non bastano annunci e proclami. Lo ha testimoniato il ministro dell’Economia Giovanni Tria nell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato per illustrare le linee guida del suo mandato. Con un intervento ispirato a grande realismo, dopo averlo fatto all’Ecofin di Lussemburgo, ha rassicurato i mercati sulle prospettive del Paese, disegnando una prudente linea di governance economica. Ribadendo che il “primo obiettivo del governo è il perseguimento prioritario della crescita dell’economia in un progetto di coesione sociale”, ha lanciato un messaggio chiaro: “continueremo a muoverci in una direzione per cui non vi sarà peggioramento del saldo strutturale di bilancio”. In continuità d’azione con il passato “per non far saltare i conti pubblici”, il governo si adopererà per ottenere dall’Europa gli spazi necessari di manovra per attuare le misure previste dal “contratto”, garantendo “nessuna inversione di tendenza nel percorso strutturale” per rafforzare la fiducia degli investitori internazionali.

Accantonate dunque le promesse elettorali dei tribuni gialloverdi, in primis la flat tax: tutto da verificare “in un quadro coerente di spesa, con un programma finalizzato a ridurre gradualmente il carico fiscale sui redditi bassi e medi e sulla piccola impresa”. Valutazioni responsabili della finanza pubblica per “studiare e simulare l’impatto di ogni provvedimento sul’economia” nell’ambito della compatibilità di bilancio. Saranno costituite tre task force per affrontare i temi specifici di politica economica: welfare, fisco e investimenti pubblici.  Obiettivi di fondo: riduzione dell’indebitamento, modernizzazione della macchina amministrativa, riforma del fisco e del mercato del lavoro. Obiettivi ambiziosi  legati all’andamento della nostra economia, allo spread  e cioè ai rendimenti dei titoli di Stato per il debito in scadenza. Il problema di sempre: coperture finanziarie.   europa bruxelles migranti

Il Governo, nelle parole del ministro dell’Economia, esclude la necessità di una manovra correttiva dei conti pubblici nel corso del 2018, pur nella moderata previsione di un ribasso del Pil. E’ stato avviato un dialogo con la Commissione Ue per ridefinire gli obiettivi di bilancio dei prossimi anni, facendo slittare il raggiungimento del pareggio di bilancio. “Mission impossible” per l’ex ministro Padoan: “se l’Italia si presenterà all’appuntamento con Bruxelles con dati fuorvianti rispetto al percorso di aggiustamento faticosamente negoziato in questi anni, corriamo il rischio di procedure d’infrazione.”  Auguri, Italia!

Antonio Laurenzano

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